20 aprile 2024
Aggiornato 10:30
Giustizia

Arriva la riforma «Epocale», Alfano lima la bozza

Tra i punti ancora aperti, la presidenza del secondo Csm, quello della magistratura requirente (i pm). Tensione fra le toghe: anticipato il parlamentino ANM

ROMA - Ultime ore per limare la bozza del ddl costituzionale che domani mattina il ministro della Giustizia Angelino Alfano sottoporrà al Consiglio dei ministri straordinario convocato per l'occasione. Nel pomeriggio il guardasigilli ha incontrato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, e ci ha tenuto a precisare di averne «ascoltato e recepito» le osservazioni «di carattere generale».

I PUNTI ANCORA APERTI - Secondo quanto è filtrato dagli ambienti di maggioranza, l'introduzione nella Carta della responsabilità civile dei giudici comporterebbe una loro responsabilità in solido e diretta per i danni causati nell'esercizio della giurisdizione. Cioè: se sbaglia paga il magistrato, «come capita a un ingegnere responsabile del crollo di un ponte» e poi casomai lo Stato lo soccorre con una integrazione se il danno è troppo alto per le sue finanze. Tra i punti ancora aperti, la presidenza del secondo Csm, quello della magistratura requirente (i pm): l'orientamento del Governo, dicono le fonti parlamentari del Pdl, è quello di conferire la presidenza di entrambi i Csm al capo dello Stato. Ma resta aperta l'ipotesi che il ruolo sia affidato al Procuratore generale della Cassazione, eletto dal Parlamento: «Ci sono ancora delle valutazioni che farà il Consiglio dei ministri domani», ha detto Maria Grazia Siliquini, deputata di Iniziativa responsabile, al termine dell'incontro del suo gruppo parlamentare con Alfano.

CLIMA TORBIDO - Il pianeta giustizia è già in subbuglio per la riforma: stamattina i consiglieri «togati» del Csm hanno lanciato l'allarme sul «clima torbido» che starebbe addensando sui magistrati e sullo scarso interesse del ministro alla «leale collaborazione istituzionale» con il Consiglio. E l'Associazione nazionale magistrati ha anticipato la convocazione del Comitato direttivo centrale, il «parlamentino» delle toghe: originariamente previsto per il 26 marzo, si riunirà invece sabato 19, mentre crescono le pressioni della base per lo sciopero e una mobilitazione «epocale» contro il ddl Alfano.