19 agosto 2025
Aggiornato 00:30
Giustizia

Berlusconi: Riforma epocale, basta attacchi dalla Sinistra

Il Presidente del Consiglio: «Usa una scorciatoia giudiziaria. Ma ora mi difendo»

AVEZZANO - Silvio Berlusconi rilancia: sulla giustizia il centrodestra «darà vita a una riforma epocale» e andrà avanti su tutto, a partire dalla riforma delle intercettazioni, visto che ormai «sono venuti meno i no preventivi» che Fini diceva «quando presentavamo provvedimenti sulla giustizia».

In collegamento telefonico con una convention di Noi riformatori in Abruzzo, il presidente del Consiglio è tornato anche ad attaccare l'opposizione: «Tutti sostengono che io attacco le istituzioni. Noi abbiamo questa palla al piede della sinistra, una sinistra che si inventa di tutto, adesso anche un mio attacco alle istituzioni, mentre è falso, sono io che subisco attacchi senza soluzione di continuità da 17 anni».
Già stamattina, in un messaggio inviato alla prima Conferenza nazionale sul lavoro e occupazione femminile del Pdl, il premier aveva contestato alla «sinistra» di non esitare «di fronte a nulla nell'ultimo disperato tentativo di ottenere con scorciatoie mediatico-giudiziarie quello che non riesce a ottenere nelle urne. Chi cerca di strumentalizzare politicamente le donne non le difende, ma le mortifica».

No al voto anticipato - Ma Berlusconi - durante la telefonata in Abruzzo - ha colto l'occasione anche per sgombrare il campo da ipotesi di voto anticipato: «Non ci saranno elezioni politiche anticipate. Sarebbe veramente un danno - ha detto - per il nostro Paese dare un segnale di non avere stabilità di governo: sia per la finanza internazionale, che per quanto succede in Egitto in Tunisia e in Libia, è molto importante avere un governo stabile e nel pieno dei poteri». Dopotutto, secondo il premier, «i sondaggi ci dicono che siamo sempre il primo partito in Italia, nonostante gli attacchi della sinistra e dei giornali: siamo al 30,6% quindi andiamo avanti con grande consenso», sottolineando che la sua maggioranza può contare sul 51% degli italiani e che è ora più solida anche grazie al fatto che non c'è più Fini con i suoi «no pregiudiziali a ogni riforma della giustizia».