Rivendicazione anarchica per la bomba al negozio Eni

MILANO - E' stato rivendicato con una lettera firmata da un gruppo dell'area anarchico-insurrezionalista l'ordigno incendiario trovato poco prima che esplodesse davanti all'ingresso dell'Eni energy store di corso Sempione a Milano, in quel momento chiuso come tutti i lunedì mattina.
Sempre secondo quanto apprende TM News, l'ordigno rudimentale era contenuto in una piccola scatola ed era costituito da 3 grossi petardi, dei fiammiferi, della Diavolina e da una bottiglietta di benzina. Il circuito con una resistenza in tugsteno era collegato a delle batterie collegate a un timer da cucina. Il timer era fissato sulle 13.50 e gli artificeri sono intervenuti intorno alle 13.30, appena in tempo per disinnescarlo. L'ordigno, congegnato da mani esperte, aveva un basso potere distruttivo e molto probabilmente aveva una funzione dimostrativa.

Fin dall'inizio gli investigatori dell'Antiterrorismo avevano puntato i loro sospetti sulla variegata galassia anarco-insurrezionalista e c'erano pochi dubbi sul fatto che l'obbiettivo potesse essere l'Eni, soprattutto per la presenza dell'azienda in alcuni dei Paesi arabi dove sono in questo momento in corso sollevazioni popolari. Le indagini puntano ora a capire se ci possano essere altri ordigni in circolazione con obiettivi simili, magari in altre città o in altri Paesi come la Grecia e la Spagna dove sono radicate le cellule anarco-insurrezionaliste in contatto con quelle italiane.

Questa mattina a dare l'allarme è stato un dipendente che si accingeva ad aprire il negozio e che ha avvertito il 113 segnalando la presenza di un pacco sospetto da cui, sembra, spuntassero dei fili. Sul posto è intervenuta immediatamente una Volante che ha chiuso l'accesso alla zona e poco dopo sono arrivati gli artificeri della polizia, insieme con gli agenti della Digos e della Scientifica.