5 maggio 2024
Aggiornato 04:30
Il Terzo Polo disegna la sua identità

Rutelli scrive a Fini: «facciamo la rivoluzione liberale»

Il leader dell'Api: «Non siamo uniti dall'antiberlusconismo, ma dal superamento delle etichette politiche dello scorso secolo»

ROMA - «Non siamo uniti nè accecati dall'antiberlusconismo, vogliamo superare questa stagione di contrapposizione totale» e recuperare insieme quella parte dell'elettorato incerta e sfiduciata puntando su «un'idea positiva dell'Italia». E' questa la sfida che il Terzo Polo intende accogliere per promuovere una «rivoluzione liberale». Lo scrive il leader dell'Api Francesco Rutelli in una lettera, pubblicata sul Corriere della Sera, nella quale, alla vigilia dell'assemblea costituente di Milano, suggerisce a Gianfranco Fini «cinque riflessioni».

NON VOGLIAMO ESSERE CONDIZIONATI DALL’ESTREMISMO - «La novità - scrive Rutelli - sta nella volontà di unire molte persone che erano divise» ed «è chiaro che noi pensiamo a un governo di larga condivisione, perchè prenda le misure necessarie alla ripresa della crescita economica, dell'occupazione, della coesione nazionale. Una maggioranza non condizionata dalla partigianeria, nè dall'estremismo». La nuova coalizione, spiega Rutelli, non potrà tener conto solo della cultura di centrodestra «non solo perchè Casini e l'Udc sono centristi, e molti di noi di ApI proveniamo dal centrosinistra» ma anche «perchè queste definizioni, valide nelle biografie del XX secolo, sono oggi del tutto inadatte.

CRITICHE A SINISTRA E A DESTRA - Invece, c'è da fare davvero una rivoluzione liberale». «Faccio mie - conclude Rutelli nella lettera a Fini - le vostre critiche al conservatorismo di sinistra. Condividiamo quelle alla deriva populista e padronale del centrodestra italiano».