20 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Commissione federalismo

Lega: rivedere la composizione della Bicamerale

Federico Bricolo e Marco Reguzzoni: «L'ok del Consiglio dei Ministri al decreto è un atto dovuto»

ROMA - L'approvazione in Cdm del decreto sul federalismo municipale era un atto dovuto e ora i Presidenti delle Camere dovranno rivedere la composizione della Bicamerale sul federalismo. Lo dichiarano i capigruppo della Lega di Senato e Camera, Federico Bricolo e Marco Reguzzoni.

ATTO DOVUTO - «L'adozione da parte del Consiglio dei Ministri del decreto sul Federalismo municipale è un atto dovuto nel rispetto delle prerogative del Parlamento. Infatti la legge 42 dà il compito al governo di emanare il decreto visto che la V commissione Bilancio del Senato ha espresso un parere favorevole. Il pareggio che si è realizzato in Commissione Bicamerale ha determinato la non espressione del parere da parte della Commissione stessa», premettono.

PROSEGUIRÀ IL NOSTRO LAVORO - «Abbiamo aspettato - specificano i due presidenti - con numerosi rinvii e abbiamo accolto numerosissimi emendamenti parlamentari e tutte le richieste dell'Anci - l'associazione dei comuni - . È pertanto doveroso che il governo abbia proceduto lungo le linee che la legge delega gli ha affidato, approvando un decreto che ha recepito completamente il parere della V Commissione Senato». Alle opposizioni che criticano - sottolineano Reguzzoni e Bricolo - rispondiamo che strumentale è stato il loro voto in Bicamerale perché hanno più volte condiviso molti dei contenuti del Federalismo. Il lavoro costruttivo di confronto fra tutti i gruppi e i ministri Bossi e Calderoli proseguirà anche sull'attuazione dei prossimi decreti, con la disponibilità e la concretezza che abbiamo sempre dimostrato».
«Per noi della Lega - prosegue la nota - si tratta di un risultato estremamente importante che tutto il Paese si aspettava. Nei prossimi giorni chiederemo ai presidenti di Camera e Senato di rivedere la composizione della Bicamerale per il Federalismo che non rispetta la consistenza numerica dei gruppi in Parlamento».