1 agosto 2025
Aggiornato 20:30
I dati Eurispes

10 omicidi in famiglia al mese tra 2009 e 2010

Quasi la metà al Nord, autori all'85% gli uomini. Il 65% delle vittime è donna, uccisione tra mura domestiche

ROMA - Dieci omicidi in famiglia al mese tra il 2009 e il 2010 e quasi la metà è avvenuta al Nord. Autori, all'87% e oltre, gli uomini. Il dato, impressionante, è reso noto dall'Eurispes che, nel Rapporto Italia 2011, ha analizzato un campione analizzato costruito grazie ad un'analisi e una selezione di articoli di cronaca, estrapolati dai più importanti quotidiani a diffusione nazionale negli anni 2009 e 2010. Nel biennio in Italia si sono registrati 235 omicidi domestici (122 nel 2009 e 113 nel 2010). In entrambi gli anni, la maggior parte di questi ha visto coinvolte persone appartenenti alla stessa cerchia familiare. Su 235 omicidi avvenuti nel biennio, quasi la metà degli omicidi domestici sono stati commessi nel Nord (52,5% nel 2009 e 47,8% nel 2010). Al Centro se ne sono registrati il 21,3% nel 2009 e il 18,6% nel 2010 mentre a Sud e nelle Isole gli omicidi domestici sono stati il 26,2% e il 33,6% rispettivamente nel 2009 e nel 2010.

La maggior parte degli autori di omicidi domestici, nel biennio 2009-2010, erano maschi (85,7% nel 2009 e 84,9% nel 2010) e su 126 autori di omicidi il 34,1% erano coniugi o conviventi (mariti o compagni), l'11,1% erano padri, il 7,9% erano figli, il 7,2% erano altri parenti (nonni, zii, cugini, etc.) e il 4,8% erano fratelli. Sempre nello stesso anno, le donne che avevano commesso un omicidio, nella cerchia familiare, erano nella maggior parte dei casi madri (8,7%) o figlie (3,2%). Pochi i casi emersi di mogli, sorelle o altri parenti (0,8% in tutti e tre i casi) autrici di omicidi.

Nel 2009, sono per la maggior parte fidanzati, amanti, rivali o spasimanti a commettere omicidi (6,3% in entrambi i casi). Nel 2010, invece, sono gli «ex» (coniugi o conviventi, ma anche fidanzati o amanti) i maggiori responsabili di uccisioni (11,8% ex fidanzati/amanti e 6,7% ex coniugi/conviventi).

Le donne sono ovviamente le vittime sacrificali: tra tutte le vittime del 2009 il 70,5% era donna e il 62,8% nel 2010, tutti omicidi tra le mura domestiche. Tra queste, la maggior parte erano mogli o conviventi. Tra il 2009 e il 2010, la percentuale di figlie uccise scende dall'8,2% del totale degli omicidi domestici al 2,7% mentre aumenta la percentuale di vittime madri (dal 6,5% all'8,8%) e zie, cugine, nonne (da 3,3% all'11,5%) ma anche di fidanzate, amanti, rivali o spasimanti (dal 5,7% al 6,2%) e di ex fidanzate o ex amanti (dal 3,3% al 9,7%).

Considerando i maschi vittime di omicidi (29,5% nel 2009 e 37,2% nel 2010), se nel 2009, questi erano per lo più figli (12,3%), seguiti dai padri (4,9%) e dagli altri parenti maschi (4,1%). Nel 2010, invece, erano i padri (10,6%) i principali bersagli della furia omicida, seguiti dai figli (9,7%), dagli ex coniugi o conviventi (7,1%) e dai mariti o conviventi (4,4%).