24 agosto 2025
Aggiornato 09:30
Verso ok a Anci

Federalismo, giovedì le modifiche sui Comuni

Domani summit dei Sindaci, resta aperta la partita politica. Baldassarri (FLI): «Vogliamo risposte ai nostri emendamenti»

ROMA - Arriveranno formalmente giovedì le modifiche al decreto legislativo sul fisco municipale con cui Roberto Calderoli proverà a strappare il sì dell'Anci e almeno l'astensione delle opposizioni quando, il 3 febbraio, la Bicamerale dovrà votare il parere. Ma appare già chiaro che il ministro leghista proverà a venire incontro in ogni modo alle richieste dell'Associazione dei sindaci: l'addizionale Irpef dovrebbe essere sbloccata già nel 2011; l'aliquota dell'Imu dovrebbe essere fissata già nel decreto, e non anno per anno con la legge di stabilità; oltre alla compartecipazione del 2% all'Irpef e a quella del 30% sui trasferimenti immobiliari, i Comuni dovrebbero poter contare anche su una compartecipazione alla cedolare secca, intorno al 20%; anche la tassa di soggiorno dovrebbe essere modificata, estendendola ai Comuni a vocazione turistica e passando dalla cifra fissa alla percentuale sul conto dell'albergo.

Modifiche che Calderoli dovrebbe mettere nero su bianco solo giovedì, dopo il direttivo dell'Anci convocato per domani mattina. Ma che il sì dei sindaci comporti il sì delle opposizioni, come ritiene politicamente dovuto il presidente della Bicamerale Enrico La Loggia, è ancora tutto da vedere. Sul punto il finiano Mario Baldassarri è chiaro: «La nostra posizioni è indipendente dall'Anci, vogliamo risposte ai nostri emendamenti». Anche il Pd, che oggi ha riunito i suoi vertici sul tema, aspetterà di vedere il testo.

Ma la partita, a microfoni spenti, è tutt'altro che di merito, bensì tutta politica. L'offerta alla Lega che vede lo scambio tra il federalismo e la caduta di Berlusconi è infatti ancora sul tavolo, spiegano sia dal Pd che dal terzo polo. Via ritenuta ancora più percorribile se davvero, come riferisce Baldassarri, il Carroccio sta valutando di allungare di qualche mese i tempi della delega. In quel caso, per scrivere l'ultimo decreto attuativo della riforma, quello sul fisco regionale, ci sarebbe tempo fino a tutta l'estate: «Da qui ad agosto può succedere di tutto, anche che la Lega decida di scaricare Berlusconi», spiega un democratico. Se così fosse - è il ragionamento - tornerebbe d'attualità un governo di ampie convergenze, che completi il federalismo, anche dal punto di vista istituzionale, e modifichi la legge elettorale. Per questo una parte del Pd spinge per l'astensione sul decreto municipale 'modificato', per «non regalare Bossi a Berlusconi: se invece la Lega deciderà di restare fedele al premier, il decreto sul fisco regionale sarà l'ultimo terreno di scontro».