Alfano apre su riforma. Finocchiaro: c'è impasse
Il Guardasigilli: «Modifiche se non per virtù, almeno per rassegnazione»
ROMA - Angelino Alfano, ministro della Giustizia, si lascia andare a «due pronostici: non si parlerà ancora a lungo di Ruby e il Governo andrà avanti. Ciò significa che avremo ancora due anni: vediamo se è possibile volgerli in positivo e provare a fare la riforma della giustizia in maniera condivisa dall'opposizione». Per il Guardasigilli, ospite questa sera a Matrix su Canale 5, dopotutto la riforma della giustizia «non è immane, visto che riguarda soltanto gli articoli dal 101 al 111 della Costituzione. Insomma facciamo questa riforma, se non per virtù, almeno per rassegnazione».
La replica del Pd è arrivata subito per bocca della capogruppo in Senato, Anna Finocchiaro: «La collaborazione fra maggioranza e opposizione dovrebbe essere in questo momento furiosamente orientata a rendere la giustizia più celere» ma al momento, secondo la senatrice, parlare di riforme è improprio, perché «da almeno sei mesi non si può più discutere o ragionare di niente. La maggioranza ci appare incapace di proporre ricette capaci di risolvere i problemi e appassionare il dibattito non solo in Parlamento, ma anche nel Paese».