30 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Giustizia

Alfano: non rinunciamo a riforma, anche delle intercettazioni

Il Ministro Guardasigilli: «Le tensioni politiche hanno frenato il cambiamento»

ROMA - La riforma radicale della giustizia non c'è stata, ma il Governo non ci ha rinunciato: il ministro della Giustizia Angelino Alfano ha concluso così la sua relazione annuale nell'aula del Senato. «Tanto abbiamo fatto in questi due anni e mezzo di governo - ha affermato - in materia efficienza e di miglioramento del servizio giustizia. Riconosco tuttavia che non c'è ancora stata una riforma radicale del sistema giustizia. Lo ha impedito l'evoluzione del quadro politico del secondo semestre dell'anno trascorso, le tensioni dell'ultima parte del 2010 che hanno ritardato la presentazione in Parlamento di una serie di proposte di legge, che continuiamo a sostenere per perseguire gli obiettivi dell'efficienza del sistema giudiziario, della competitività del Paese, la trasparenza delle dinamiche commerciali. Ma non abbiamo certamente rinunciato alle nostre idee».

Alfano ha proposto una «agenda alternativa che ritengo - ha spiegato - possa essere ampiamente condivisa e che vede tra gli obiettivi da raggiungere lo smaltimento dell'arretrato civile, la riforma della magistratura onoraria, la riforma delle associazioni non lucrative e cioè del no profit, senza certo abdicare sulla riforma delle intercettazioni e su quelle costituzionali, ma quelle non ritengo che possano essere ampiamente condivise».