6 maggio 2024
Aggiornato 14:00
Indagini sul «reparto orrore»

Morti sospette al Policlinico Bari

Denuncia di 2 anestesisti e un medico, dossier alla Regione Puglia. La decisione arriva dopo una serie di informazioni arrivate in via informale ai vertici dell'azienda e dell'Assessorato

BARI - Morti sospette al Policlinico di Bari: pazienti finiti sulla sedia a rotelle, anche sei interventi per non asportare completamente uno stesso tumore. L'Assessorato regionale alla Sanità, scrive oggi la Repubblica, ha dato mandato di aprire un'indagine interna per capire cosa sta accadendo a Neurochirurgia dell'ospedale del capoluogo, quello che sembra diventato un «reparto dell'orrore».
La decisione arriva dopo una serie di informazioni arrivate in via informale ai vertici dell'azienda e dell'Assessorato. E sulla base di un esposto presentato ai sindacati da due anestesisti e un medico che lavorano nel reparto: un dossier molto analitico che mette insieme una serie di casi sospetti, sui quali ora la Regione vuole fare chiarezza. Il reparto è quello diretto sino a qualche mese fa dal professor Pasquale Ciappetta, poi sospeso dall'azienda dopo essere stato coinvolto nell'inchiesta penale partita dalle dichiarazioni di Gianpaolo Tarantini.

Secondo quanto raccontato dai medici, continua Repubblica, dopo la sospensione di Ciappetta nel reparto si sarebbero verificati una serie di casi di malasanità. Interventi sbagliati o ripetuti, in alcuni casi mortali. Viene citato il caso di una donna di 28 anni alla quale non è stata rimossa per due volte una malformazone e dopo è stata costretta ad andare a Firenze. C'è poi un paziente terminale con metastasi che, nonostante le cattive condizioni, è stato sottoposto a un intervento e dopo una settimana è morta. Una donna, ricoverata per una dorsalgia, è stata operata e subito dopo l'intervento sarebbe diventata paraplegica. Portata nel reparto, ha avuto poi disturbi respiratori e dopo pochi giorni è morta. Un paziente con un meningioma sarebbe stato invece operato quando non si doveva ed è morto.

Si parla, inoltre, di casi di pazienti operati più volte e dimessi senza ottenere una rimozione evidente del tumore vanificando, quindi, un'eventuale chemio e radioterapia. Sarebbe addirittura accaduto di operare sei volte un singolo paziente con un tumore senza asportarlo completamente. Un errore o forse, come si sospetta, anche una maniera per aumentare il numero di ricoveri.