29 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Roma

Dopo Parentopoli la rivoluzione Alemanno

Giovedì la nuova Giunta. Salta Marchi, ma non solo. L'Udc rifiuta la proposta: «Non entriamo»

ROMA - Rivoluzionare l'assegnazione delle deleghe, ridimensionando alcuni assessori; cambiare almeno due esponenti della Giunta, forse tre; magari inserire anche qualche tecnico a garanzia del nuovo corso. Il Sindaco Gianni Alemanno prova così ad uscire dalle polemiche che hanno coinvolto la giunta di Roma, con la serie di scandali per le assunzioni facili che hanno contraddistinto gli ultimi mesi. Una decisione presa in una riunione con i capigruppo Pdl di Camera e Senato, Fabrizio Cicchitto e Maurizio Gasparri, e che vedrà una conclusione già giovedì con la nuova giunta.

Ecco allora che tra i sicuri a saltare viene dato Sergio Marchi, assessore alla Mobilità sotto accusa per la parentopoli dell'Atac. La sua sostituzione sarà il 'simbolo' del rilancio, della «fase due» della consiliatura capitolina, spiega uno degli esponenti che stanno affiancando il sindaco della Capitale nella gestione del rimpasto. Ma a rischio ci sarebbero anche Fabio De Lillo, Enrico Cavallari e Laura Marsilio, che però potrebbero cavarsela con un semplice ridimensionamento delle deleghe. Perchè la chiave dell'operazione, spiegano dallo staff del sindaco, è la «ricomposizione delle deleghe: più poteri ad alcuni, meno ad altri». Nessun rischio invece per Umberto Croppi, vicino a Gianfranco Fini e a Futuro e Libertà, ma anche - viene spiegato - con un forte rapporto personale con il sindaco. In entrata viene dato per certo Antonello Aurigemma, in quota 'Laboratorio Roma', per provare a ricompattare una maggioranza sempre più sfilacciata.

Quel che è certo, assicurano gli uomini del sindaco, è che nella decisione non ha pesato il sondaggio di Ipr Marketing pubblicato oggi dal 'Sole24Ore', che vede Alemanno in caduta nei consensi dei suoi cittadini. «Dietro la scelta di oggi c'è una lunga gestazione - spiegano - e già da quest'estate si ragiona sul rilancio della Giunta. E poi la riunione di oggi era convocata da giorni, ben prima del sondaggio...». In realtà «da tempo Alemanno era consapevole che una parte della sua Giunta non era all'altezza del compito».

Certo anche che la maggioranza di Alemanno non si allargherà all'Udc: «La possibilità che l'Udc entri nella giunta comunale di Roma semplicemente non esiste», taglia corto il segretario centrista Lorenzo Cesa. Eppure, spiegano dal Pdl, interlocuzioni con l'Udc ci sono state, «visto che già nella Regione Lazio governiamo insieme: solo che i centristi sono divisi tra chi vuole entrare e chi no, e alla fine non se ne è fatto nulla». Tanto meno l'operazione rilancio convince il Pd: «Alemanno cerca di uscire dall'angolo con una decisione disperata ma ormai insufficiente», dice il commissario Pd del Lazio Vannino Chiti. Mentre il segretario romano Marco Miccoli chiede le dimissioni del sindaco.