29 marzo 2024
Aggiornato 09:00
Maggioranza

Calderoli: Federalismo fiscale o dritti al voto

Intervista a Libero per il Ministro leghista: un complotto per mettere Tremonti al governo? «Caz-za-te»

ROMA - Lo ha detto ieri Umberto Bossi: se non viene approvato il federalismo fiscale si torna alle urne. Lo ribadisce oggi Roberto Calderoli, articolando il discorso in una intervista a Libero: «Il federalismo è ineludibile, ma se si trasforma in un discorso fra maggioranza e opposizione si va dritti sparati alle elezioni». E il calendario è stringente: dal 17 al 23 gennaio «le commissioni hanno stabilito di votare il federalismo municipale. E il termine di scadenza ultimo è il 28 gennaio. E' una data inderogabile» assicura il ministro per la Semplificazione.

«Il federalismo demaniale è già legge. Quello municipale, che andrà al voto tra 15 giorni, ha come entrata in vigore l'anno fiscale 2001» ricorda Calderoli che prevede se tutto va bene che «l'80-90% del federalismo fiscale sarà a regime nel 2013, alcune parti invece nel 2011 e altre nel 2012».
I pareri delle commissioni, soprattutto Bilancio e Bicamerale, dice Caldoroli, «sono non vincolanti ma quasi» perché «se non li osservi devi andare a riferire in aula e non è una passeggiata». Spiega: «ho interloquito con tutti e abbiamo fissato per settimana prossima un incontro con la maggioranza. Cercherò di far venire tutti: Pd, Idv, Udc, Fli». E se non passa, le urne. «Bossi ha detto: se il federalismo passa, la legislatura va avanti. Eppure a luglio chiedeva il voto. E' un investimento, una garanzia che dà ad andare avanti, a condizione ci sia il passaggio sul federalismo».

Quanto ai rumors di un complotto per mettere il ministro Tremonti alla guida del governo, Calderoli è sintetico: «Sono caz-za-te». E il dopo Berlusconi? «Cosa c'entra adesso Abbiamo un presidente del Consiglio e un grande ministro dell'Economia. E qualcuno li vuole far litigare».