28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Tutela animali

Sette cavalli sgozzati in ippodromo Sassari

Lav: tipica indimidazione zoomafiosa, appello a Prefetto: «Chiudere ippodromo. Aumentare vigilanza e avviare inchiesta nazionale del ministero della salute»

SASSARI - «Un gravissimo atto criminale e, purtroppo, una tipica intimidazione zoomafiosa»: con queste parole Ciro Troiano, responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, commenta la tragica notizia dei sette cavalli da corsa sgozzati durante la notte all’interno delle scuderie dell’ippodromo «Pinna» di Sassari.

La LAV chiede al Prefetto di chiudere l’ippodromo in attesa che venga fatta piena luce sull’accaduto e per verificare l’efficacia dei sistemi di sicurezza al fine di evitare l’eventuale ripetersi di azioni criminali, convocando immediatamente il Comitato per l’ordine e la sicurezza. Al Ministero della Salute l’Associazione chiede di svolgere un’inchiesta sugli ippodromi in Italia, non nuovi, purtroppo, a fatti di tale gravità.

«Il mondo degli ippodromi è spesso ricettacolo delle più varie illegalità – aggiunge Troiano – non è un segreto che molti boss, ad esempio della camorra napoletana o della mafia siciliana, hanno la passione per i cavalli e le corse. Nel nostro Paese, ogni anno e mezzo circa, vi è una grande inchiesta che coinvolge l’ippica, con denunce, perquisizioni, arresti e sequestri». Secondo le stime dell'Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV, infatti, le truffe nel mondo dell'ippica e le corse clandestine di cavalli, organizzate da clan e gruppi malavitosi su circuiti abusivi o direttamente su strade, fruttano un business da 1 miliardo di euro l'anno.

Strettamente connesso a questo business è il traffico di anabolizzanti e di altre sostanze dopanti che spesso è controllato dalla criminalità organizzata. Sempre più numerosi i reati connessi con le gare ippiche legali o clandestine: nel 2009 sono stati accertati i reati di associazione per delinquere, maltrattamento di animali, gioco d'azzardo, abusivismo edilizio, scommesse clandestine, frode sportiva, ricettazione, competizioni tra animali non autorizzate, gioco d’azzardo. Appena pochi giorni fa, da un’indagine della Dda è emerso che la mafia imponeva il pagamento del «pizzo» all'ippodromo di Palermo e organizzava combine nelle corse.

«Rilanciamo nuovamente – prosegue Troiano – la nostra richiesta a Prefetti e forze dell’ordine di intensificare la vigilanza negli ippodromi, utilizzando anche strumenti investigativi finora poco utilizzati come le verifiche di natura fiscale e finanziaria sui proprietari di cavalli da competizione, su società e scuderie, che costituiscono un mondo a sé da osservare con attenzione, dentro il quale spesso vengono commesse vere nefandezze».

Un’analisi sistematica permetterebbe di ricostruire eventuali movimenti finanziari sospetti e scoprire eventuali investimenti illeciti. Del resto i dati analizzati dall’Osservatorio Nazionale Zoomafia della LAV non lasciano dubbi sulla pericolosità del fenomeno: solo nel 2009 per quanto riguarda la criminalità negli ippodromi e nelle corse di cavalli sono state denunciate 88 persone, 10 sono state arrestate, 56 cavalli sequestrati, 5 corse interrotte.