30 luglio 2025
Aggiornato 18:30
Maltempo

Zaia: Veneto in ginocchio, peggio dell'alluvione 1966

Il Presidente della Regione scrive a Berlusconi: «Governo stanzi risorse straordinarie. Danni per 100 mln, 121 comuni colpiti, 3 mila gli sfollati»

VENEZIA - «Nemmeno la tragica e storica alluvione del 1966 regge al confronto» dell'emergenza maltempo che ha colpito il Veneto negli ultimi giorni: la regione «è in ginocchio», i danni stimati sono di «almeno 100 milioni di euro» e per questo ora serve dal Governo «uno stanziamento straordinario per aiutare l'economia veneta a risollevarsi». Il presidente della Regione del Veneto Luca Zaia ha inviato una lettera oggi al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi sollecitando «un consistente intervento statale» per «aiutare l'intero territorio veneto a riprendersi e a ricominciare con la stessa determinazione che ha sempre caratterizzato le genti venete».

«Il rischio - dice Zaia - è che i tempi della ripresa non siano compatibili con le dinamiche economiche della società reale. La particolare situazione economico-finanziaria, produttiva ed occupazionale nella quale si trova la nostra regione necessita di una particolare ed eccezionale attenzione da parte del Governo centrale».
I soccorsi messi in campo, aggiunge Zaia nella lettera, hanno probabilmente scongiurato il peggio, ma tutto questo non basta. E non basteranno nemmeno le ordinarie risorse che, in conseguenza dello stato di emergenza, il Governo stanzierà, come di consueto».

«In 72 ore straordinarie ed incontrollabili precipitazioni - continua Zaia a Berlusconi - hanno messo in ginocchio l'intera economia regionale, creando pesanti disagi a tutta l'area settentrionale delle penisola».
In proposito, il presidente del Veneto ricorda il blocco dell'autostrada A-4 e indica alcuni dati significativi del disastro: 50 centimetri d'acqua caduti nelle sole zone di pianura contro i 20 centimetri del 1966; 500.000 persone interessate dall'evento calamitoso; 121 Comuni colpiti, 3.000 sfollati; più di 20 argini rotti con conseguenti tracimazioni; innesco di fenomeni franosi su più versanti; intere parti di città capoluogo sommerse dall'acqua.
«I danni economici sono al momento stimati, sicuramente per difetto, in almeno 100 milioni di euro», conclude.