2 maggio 2024
Aggiornato 11:00
Emergenza rifiuti

Presidio ad oltranza a Terzigno

I Comitati dei cittadini: «Rinuncia a Cava Vitiello con un decreto». Bertolaso rompe con i sindaci: «Rispetterò documento intesa»

TERZIGNO - Dopo quattro giorni consecutivi di guerriglia urbana, Terzigno ha vissuto la sua prima notte senza incidenti. Nella rotonda di via Panoramica, anche ieri gremita come ogni sera, c'è il solito presidio pacifico. La polizia vigila in forze e, in assetto antisommossa, resta in attesa degli eventi, preoccupata dal ritrovamento nel pomeriggio di un certo quantitativo di materiale pirotecnico, dello stesso tipo di quello utilizzato in passato dai manifestanti più violenti. Ma quando a notte fonda la piazza si svuota e la gente rientra in casa, i teppisti non danno alcun segno della loro presenza. Una svolta, forse, nella protesta contro l'apertura di una seconda discarica nel paese vesuviano. Un caso, probabilmente, o una libera scelta dei più facinorosi, una strategia studiata a tavolino per mantenere imprevedibilità e pericolosità.

GENTE COMUNE - Comunque sia, a manifestare il proprio dissenso ieri sera a Terzigno c'era solo tanta gente comune. Pacifica, ma non meno decisa a mantenere un presidio a oltranza, fino alla rinuncia per decreto, da parte del governo, alla discarica di Cava Vitiello. I 'falchi' della protesta, insomma, hanno deciso di non cedere alla tentazione del compromesso, giudicando positiva l'apertura di un tavolo tecnico ma ponendo una condizione irrinunciabile: occorre revocare con un decreto la legge 123 che stabilisce l'apertura della seconda discarica nel paese campano, dopo quella di Cava Sari. Un impegno formale che il capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, per il momento, non è in grado di poter garantire.

BERTOLASO «ROMPE» CON I SINDACI - Guido Bertolaso ha comunque intenzione di procedere al rispetto unilaterale del documento preparato venerdì sera in prefettura a Napoli, prima condiviso e poi ripudiato dai sindaci interessati, a seguito delle pressioni delle comunità di Terzigno e Boscoreale contrarie all'apertura di una nuova discarica. I prelievi e la bonifica di Cava Sari saranno dunque completati come annunciato. Ma al termine dei tre giorni di moratoria indicati dal capo della Protezione civile, tra martedì e mercoledì prossimi, riprenderà lo sversamento dei rifiuti nella discarica. A questo proposito, secondo voci non ancora confermate, già nelle prossime ore potrebbero arrivare dei camion con terreno vegetale per la copertura dei rifiuti e la preparazione al nuovo sversamento. Al momento non è ancora chiaro come reagirà la piazza. I comitati cittadini apprezzano gli sforzi per l'apertura di un tavolo tecnico, confermano che per ora non ci sono le condizioni per una loro partecipazione, non si accontentano di un rinvio «alle calende greche» dell'eventuale utilizzo di una seconda discarica e chiedono a Bertolaso, e per suo tramite al governo, «una maggiore vicinanza alla parte dei movimenti per bene». Una richiesta che rappresenta anche un'ammissione dell'esistenza di una frangia estrema e violenta che la piazza intende isolare. Resta comunque la rabbia per una vicenda che ha portato al collasso i due comuni di Terzigno e Boscoreale. La gente è frustrata, confusa. Organizza cortei pacifici, spiega le sue ragioni, si chiede cosa accadrà adesso: sono già trascorsi due dei dieci giorni indicati dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per riportare la situazione alla normalità. Qui lo sperano tutti, anche se la soluzione appare ancora lontana.