16 aprile 2024
Aggiornato 07:30
Banche

«Lo Ior ha violato gli obblighi della normativa antiriciclaggio»

Il Tribunale del Riesame: «L'istituto non ha comunicato di chi erano i soldi»

ROMA - Lo Ior «non ha comunicato per chi (per sé o per eventuali terzi, di cui comunicare le generalità) intendesse eseguire le due operazioni, nè natura e scopo delle stesse». Così si legge nelle motivazioni del provvedimento del tribunale del riesame con il quale è stata rigettata l'istanza di dissequestro dei 23 milioni di euro depositati in un conto del Credito Artigiano, e che avrebbero dovuto esser trasferiti verso la Jp Morgan di Francoforte e una agenzia della Banca del Fucino di Roma. Nell'inchiesta del pm Stefano Rocco Fava e del procuratore aggiunto Nello Rossi, sono indagati il presidente dell'isituto opere di religione, Ettore Gotti Tedeschi e il direttore generale Paolo Cipriani, per omissioni rispetto alla normativa antiriciclaggio (articolo 55, commi 2 e 3 del Decreto legislativo 231 del 2007).

VIOLAZIONE DEGLI OBBLIGHI - E' «documentalmente dimostrata - continuano i giudici della libertà - la «violazione degli obblighi penalmente sanzionati dalle norme». Il tribunale sottolinea poi che «correttamente il pm ha infatti osservato che 'sino ad oggi lo Ior non ha ancora fornito al suo naturale interlocutore, cioè il Credito Artigiano, le suddette indicazioni, essendosi limitato, con l'imperativo fax trasmesso dal Cipriani ai vertici del Credito Artigiano, a ribadire l'ordine di eseguire le citate operazioni, in quanto perfettamente lecite, ma senza fornire le informazioni d'obbligo». Insomma - si spiega nel documento -andavano fornite «ragioni, modalità e scopi delle operazioni» e «non si comprendono» le «ragioni della persistente omissione».