28 marzo 2024
Aggiornato 22:30
Vicenda P3

Caliendo: non ho fatto pressioni sul CSM

Il verbale d'interrogatorio del sottosegretario alla Giustizia quando fu sentito nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3

ROMA - «Ignoravo del tutto le iniziative assunte da Pasquale Lombardi (detenuto per la vicenda P3 ndr) a proposito della nomina di Alfonso Marra alla presidenza della corte di appello di Milano ed escludo di essermi fatto tramite per conto di Lombardi a pressioni sul Csm». Così ha detto Antonio Caliendo, sottosegretario alla Giustizia, il 30 luglio scorso quando fu sentito nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta P3.

«Sulla nomina di Marra - ha detto Caliendo - devo dire che ho avuto modo di parlarne spesso con molte persone. Premetto che io non solo sono sensibile alle vicende relative agli uffici giudiziari milanesi, ma che sono anche amico intimo sia di Marra che di Renato Rodorf. A mio parere, in base alla circolare del Csm sugli incarichi direttivi, Marra aveva senz'altro più titoli di Rodorf per la nomina. pur ritenendo quest' ultimo un eccellente giurista ed altamente qualificato».
«Tuttavia - afferma nel verbale Caliendo - ritenevo che essendo stato Rodorf componente della Consob, tale fatto determinasse una sostanziale incompatibilità di fatto con la carica di presidente della corte di appello di Milano, cioè della piazza finanziaria del Paese. Tale opinione ho ripetutamente manifestato a molti: fra gli altri posso citare Marcello Matera e Giuseppe Berruti, ma si trattava di una generica opinione, non erano certo pressioni volte ad interferire con le decisioni del Csm Del resto espressi anche la valutazione che Bruti Liberati fosse il candidato più idoneo alla carica di procuratore di Milano. Tali opinioni manifestai in occasione di riunioni conviviali del tutto informali. Lombardi, del resto, non mi ha mai chiesto di intervenire su membri del Csm e quando mi disse di essere andato a parlare con Vincenzo Carbone e Nicola Mancino, a proposito della nomina di Marra, io pensai che me lo dicesse per farsi bello nei miei confronti, sapendo quale era la mia opinione sul conto di Marra. Preciso che Lombardi mi chiese soltanto di parlare con Berruti in favore di Marra, cosa che peraltro io non feci perché con Berruti io avevo già parlato in precedenza».