29 aprile 2024
Aggiornato 21:30
Emergenza

Rifiuti, Lepore: serve un intervento straordinario

Il Procuratore Capo di Napoli: «Ribadisco che la guerriglia non è organizzata dalla camorra»

NAPOLI - Ritornare a «un intervento straordinario» per porre fine al problema rifiuti in Campania. È l'idea del procuratore capo della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, interpellato a margine di un Master sulla criminalità organizzato dalla università Federico II. Lepore ribadisce che occorre mantenere le promesse fatte ai cittadini e che, secondo i dati in suo possesso, gli episodi di vera e propria guerriglia urbani verificatisi nelle ultime settimane a Terzigno contro la realizzazione di una seconda discarica all'interno del Parco nazionale del Vesuvio, non sono organizzate dalla camorra.

«La camorra non c'entra» - «Secondo i dati di cui siamo in possesso fino ad ora queste azioni di guerriglia non sono organizzate dalle forze della camorra, ma da altre forze - ha spiegato il procuratore - che, quando ci sono situazioni di emergenza intervengono sempre». Sulla possibilità che le proteste abbiano tra i propri fautori anche alcuni centri sociali, Lepore ha spiegato: «Indubbiamente c'è qualcuno che organizza queste forme di violenza perchè la popolazione sta manifestando con il rosario in mano e con le preghiere, non certamente con la violenza mettendo le bombe».

Ma come si può uscire dalla nuova fase di emergenza? In merito a questo il procuratore Lepore è preciso: «Devono essere mantenute le promesse fatte ai cittadini. Era inevitabile che si arrivasse a questo punto perchè nel 2010 si va avanti ancora con le discariche e non è stata messa neppure una pietra per la costruzione dei termovalorizzatori. Così come si può risolvere il problema?». Lepore ha sottolineato poi come ad aggravare la questione ci siano anche le altre province campane che si oppongono allo sversamento dei rifiuti di Napoli e hinterland nei propri siti. «Una soluzione si deve trovare. Secondo me bisogna ritornare all'intervento straordinario per mettere la parola fine, però - ha concluso - le promesse devono essere mantenute».