19 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Eventi

Presidio Lav al palio di Asti

Uno «spettacolo» che ha portato alla morte numerosi cavalli e uno nell’ultima edizione. Presidio di protesta della LAV

ROMA - Domenica 19 settembre si correrà il Palio di Asti, il secondo per importanza dopo quello di Siena, e LAV, che da sempre si batte per i diritti degli animali, organizzerà un presidio di protesta in piazza Alfieri. La LAV sarà anche presente con un punto informativo presso il quale sarà possibile ritirare materiale informativo dell’associazione.

In piazza Alfieri, tra sfilate, sbandieratori e nell’euforia della folla, hanno perso la vita numerosi cavalli. Tra il 2000 e il 2003 sono morti 10 cavalli, e anche nell’edizione dello scorso anno si è verificato un incidente mortale: la cavalla che correva per il rione Castell’Alfero è caduta durante l’ultima batteria, riportando una frattura la cui gravità era tale - secondo quanto riportato dai veterinari della clinica convenzionata - da determinarne la soppressione.

«La nostra ferma opposizione ai palii e a qualsiasi evento che utilizzi animali non è collegata esclusivamente al rischio di incidenti, che pure sono molto numerosi, ma al concetto di sopraffazione e sfruttamento che l’essere umano esercita su delle creature indifese, con l’aggravante del divertimento - dichiara Nadia Zurlo, responsabile nazionale del settore Equidi della LAV - E’ davvero inconcepibile che ancora al giorno d’oggi ci siano persone pronte a pagare per assistere a degli «spettacoli» che più che richiamare la storia e la cultura di una città, sono l’espressione dell’istinto molto somigliante a quello degli spettatori nelle arene, dove, nei tempi passati, a dare spettacolo e a morire non erano solo gli animali ma anche gli esseri umani. A parole, certo, mai nessuno dichiarerebbe di volere la morte dei cavalli nei palii, ma nei fatti dobbiamo constatare che nemmeno la visione di un cavallo azzoppato, trascinato fuori dalla pista e poi ammazzato, riesce a tenere fuori dalle piazze gli spettatori. Per richiamare un fatto recente, ovvero dell’anno scorso, la caduta della cavalla che correva per Castell’Alfero è passata sotto silenzio, nell’indifferenza del pubblico, senza alcun commento, senza nemmeno un mormorio. Mentre gli altri cavalli terminavano l’ultima batteria, è stata portata via e uccisa, in nome di una «festa». Questo è un aspetto del palio che non si ama raccontare, così come non si racconta come vivono questi cavalli, come vengono addestrati e allenati, e, in ultimo, che fine fanno quando le loro prestazioni fisiche calano e non sono più competitivi.»

«L’essere umano non ha alcun diritto di disporre della vita degli animali. Per una società che vuole definirsi civile non è accettabile lo sfruttamento dei cavalli in corse che, peraltro, mettono a repentaglio la loro vita. Né possiamo tacitare la nostra coscienza con l’alibi della tradizione e della cultura, perché nessuna tradizione può giustificare la morte di animali innocenti e tantomeno accettiamo le dichiarazioni di «amore per il cavallo» che tutti i comitati organizzatori e gli appassionati declamano a gran voce - prosegue Nadia Zurlo - Amare i cavalli non significa costringerli a correre e mandarli a morire in una piazza per il discutibile divertimento delle persone».