18 aprile 2024
Aggiornato 13:00
Rogo Corano

India, assalto ai cristiani. Negli scontri 15 morti

Le manifestazioni scatenate dalle immagini del Corano strappato. Vaticano: «Episodio di violenza irragionevole»

SRINAGAR - E l'onda lunga del progettato rogo del Corano ha colpito il Kashmir. Tredici persone, per la maggior parte manifestanti, sono state uccise nella porzione indiana della regione, territorio a maggioranza musulmana, in occasione della giornata più cruenta dall'inizio del movimento di protesta contro l'autorità di Nuova Delhi tre mesi fa.

Le ultime manifestazioni separatiste sono state caratterizzate da una ripresa delle violenze, a seguito della diffusione di immagini che mostravano un gruppo cristiano sul punto di strappare alcune pagine del Corano sabato a Washington, davanti alla Casa Bianca. Cinque persone sono state uccise nel villaggio di Tangmarg (ovest), dove la polizia ha aperto il fuoco contro i manifestanti che tentavano di incendiare edifici ufficiali. I dimostranti hanno incendiato una scuola religiosa cristiana dello stesso villaggio, senza provocare vittime.
Le autorità del Kashmir indiano hanno annunciato il divieto di trasmissione della rete televisiva iraniana Press Tv, che aveva diffuso le immagini delle pagine del Corano strappato.
L'ambasciatore degli Stati Uniti, Timothy J. Roemer, che si è detto «costernato» da queste violenze, ha ricordato che il presidente Barack Obama aveva condannato ogni profanazione del Corano.

VATICANO - Le notizie dell'attacco contro ai cristiani nel Kashmir «generano tanta pena. Alla violenza è seguita violenza, contro ogni ragionevolezza». Lo dice Monsignor Celata, segretario del Pontificio Consiglio per il Dialogo interreligioso, a Sky Tg24. Una violenza, aggiunge, scatenata «contro creature innocenti. Cito Papa Benedetto XVI: la violenza non può mai essere giustificata come risposta alle offese, non è compatibile con i principi sacri della religione».