28 agosto 2025
Aggiornato 05:30
Crisi centrodestra

E' ancora duello Berlusconi - Fini

Premier: «No a governicchi». Fini: «La Camera voterà il suo discorso»

ROMA - E' ancora duello fra Berlusconi e Fini, anche se a distanza. Berlusconi dice 'no a governicchi' di 'politicanti'. Fini gli risponde in modo sottile e al tempo stesso pesante quando spiega che il discorso alla Camera, «questione di logica», dovrà terminare con un voto.

Inizia Berlusconi a Gubbio: parla meno di dieci minuti, ma il concetto è ripetuto almeno tre volte: il governo va avanti, abbiamo il dovere di governare. Sulla linea Mosca-Gubbio corre il nuovo corso della politica di Silvio Berlusconi, il nuovo imput al suo Pdl: non permetteremo «governicchi», la crisi di governo «sarebbe un delitto», ma la «vecchia politica politicante» non avrà la meglio.
Siamo sereni e saldi», giura Berlusconi, «ci siamo sempre tenuti lontani da questo teatrino sempre più insulso e sempre più assurdo». Nel mirino di Berlusconi non ci sono oggi i magistrati, ma «la sinistra» e i finiani. Meglio, quegli «antiberlusconiani vecchi e nuovi» che «possono produrre tutte le chiacchiere e le feste di partito che vogliono, ma non avranno mai la soddisfazione di vedere un nostro concorso nel fare precipitare l'Italia verso la crisi».

Fini contrattacca: dal Canada, dove in questi giorni ad Ottawa partecipa alla riunione del G8 dei presidenti delle Camere, spiega riferendosi al dibattito di fine settembre: «Non ha senso fare il discorso senza un voto. Se no il presidente del Consiglio che cosa cerca a fare il sostegno di 316 deputati?». Poi la precisazione dal portavoce del presidente, Fabrizio Alfano: nessuna richiesta esplicita da parte di Fini, ma una considerazione dettata dalla «logica»: «Se Berlusconi chiede di verificare se ci sia una maggioranza, si presuppone ci sia anche la volontà di chiedere un voto».