28 agosto 2025
Aggiornato 01:00
Lo scontro nel centrodestra

Bossi e Berlusconi: Fini si dimetta

Accelerazione al vertice di Arcore: il presidente della Camera è incompatibile. Il Cavaliere e il Senatùr andranno da Napolitano

ARCORE - La tensione non accenna a placarsi nella maggioranza e anzi il vertice di ieri sera ad Arcore di certo non allontana il voto anticipato. Umberto Bossi e lo stato maggiore della Lega arrivano al summit decisi a spingere il Cavaliere verso le urne, il più presto possibile. Berlusconi mostra maggiori cautele rispetto allo 'slancio' padano, alla fine ne esce una nota comunque durissima contro Gianfranco Fini.

IPOTESI ELEZIONI - Il Carroccio indica a Silvio Berlusconi anche una possibile data, il week end del 27-28 novembre 2010, per tornare al voto. Il premier, dal canto suo, non nasconde ai leghisti le difficoltà di riuscire a ottenere da Giorgio Napolitano elezioni in autunno, mettendo anche in guardia dal rischio che forzando così la mano si possano creare le condizioni per un governo diverso. Altro scenario è quello di rendere chiaro con un incidente parlamentare che è di Gianfranco Fini la 'colpa' del ritorno agli elettori, magari in marzo. Bossi, al termine del vertice spiega: «La possibilità tecnica di un voto prima di Natale c'è, in pratica è un po' più complesso».
Certo, gli scenari sono molteplici, visto che parallelamente il Cavaliere si era detto convinto, nel corso degli incontri avuti in giornata, che alcuni finiani sarebbe già pronti a mollare Fini. Possibilità ribadite anche stasera ai leghisti, ai quali il presidente del Consiglio avrebbe anche confidato di aver incontrato alcuni esponenti di Fli nel corso delle ultime ore trascorse ad Arcore.

LE DIMISSIONI DI FINI - Ma il pressing della Lega ha prodotto come primissimo effetto quello di una nota durissima contro il Presidente della Camera: «Nel corso dell'incontro tenutosi questa sera ad Arcore - affermano i due leader - le dichiarazioni di Gianfranco Fini sono state unanimemente giudicate inaccettabili. Le sue parole sono la chiara dimostrazione che svolge un ruolo di parte ostile alle forze di maggioranza e al governo, del tutto incompatibile con il ruolo super partes di presidente della Camera. Il presidente Berlusconi e il ministro Bossi nei prossimi giorni chiederanno di incontrare il presidente della Repubblica per rappresentargli la grave situazione che pone seri problemi al regolare funzionamento delle istituzioni».
Una nota con la quale, oltre a chiedere le dimissioni di Fini, Bossi e Berlusconi intendono segnalare che «la maggioranza deve essere politica, non numerica». Di certo la situazione sta subendo una qualche accelerazione, se uno dei partecipanti al vertice a notte inoltrata assicura: «Pochi giorni e si decide, vediamo cosa accade e prenderemo una decisione definitiva...»

LA REPLICA DI BOCCHINO - Le dimissioni di Gianfranco Fini da presidente della Camera non ci saranno. Lo dice Italo Bocchino, capogruppo di Futuro e Libertà a Montecitorio, in collegamento telefonico con SkyTg24.
Il comunicato diffuso da Silvio Berlusconi e Umberto Bossi ieri sera al termine del vertice di Arcore, secondo Bocchino, è «una non-risposta alle questioni politiche che Fini ha avanzato. Per non rispondere c'è un'aggressione che viola il principio costituzionale della separazione dei poteri. Berlusconi si lamenta che il potere giudiziario sconfina nel potere esecutivo ma poi lui fa sconfinare il suo potere esecutivo in quello legislativo».
Le dimissioni vengono chieste «per intimorire Fini ma non ci saranno. La sfiducia del presidente della Camera non è prevista, in questo modo si apre solo un conflitto istituzionale».