12 ottobre 2025
Aggiornato 12:00
Messaggio ai promotori della libertà

Berlusconi: mozione Giustizia, non ci sarà il processo breve

E sulla crisi nella maggioranza dice: «Senza sostegno si andrà al voto, ma sono sicuro che non accadrà. Amicizia a chi vorrà restare nel Pdl»

ROMA - La mozione sulla giustizia che sarò portata all'attenzione del Parlamento insieme a quelle sugli altri quattro punti su cui si vuole la fiducia (sicurezza, sud, fisco, federalismo) non conterrà riferimenti al processo breve. Lo dice il Premier, Silvio Berlusconi, nell'audio messaggio ai Promotori della libertà.

Niente processo breve - «Nella mozione sulla giustizia, per quanto mi riguarda non dovrebbe esserci il cosiddetto processo breve, che dovrebbe invece essere finalmente un processo per tutti di ragionevole durata e cioè di una durata massima di sei anni e mezzo, molto di più di quel che durano i processi nelle vere democrazie. Ma siccome quando si tratta di giustizia e di processi - prosegue - non c'è una norma che non tocchi, non riguardi uno dei tanti processi o meglio delle tante aggressioni che mi sono state rivolte in questi anni per tentare di sovvertire il voto degli italiani, anche se questa norma è giusta ed anzi assolutamente doverosa , la sinistra e i suoi giornali la fanno diventare uno scandalo e la mettono al centro di una campagna ancora e sempre contro di me. Allora io voglio rassicurare ancora una volta la sinistra. Per quanto mi riguarda, dentro la mozione sulla giustizia che porteremo all'approvazione del Parlamento prossimamente, non dovrebbe esserci alcun riferimento a questo cosiddetto processo breve. E quindi, per favore, la piantassero di fare tanto baccano e pensassero piuttosto al loro vuoto di idee, di programmi e di leader!».

Berlusconi poi avverte: «Il sostegno della maggioranza è stato fondamentale per tale azione di governo. Solo grazie a questo sostegno infatti, abbiamo già potuto realizzare una parte consistente del programma proposto agli italiani e consacrato dalla maggioranza degli elettori. Sarebbe imperdonabile che per puri interessi personali e di parte questo sostegno venisse meno tradendo il mandato e la fiducia degli elettori. Se proprio dovesse succedere torneremo dagli elettori che sapranno bene a chi dare il loro voto. Ma sono sicuro - aggiunge - che questo non succederà».