28 agosto 2025
Aggiornato 03:00
'Ndrangheta

Reggio Calabria, ordigno esplode sotto la casa del procuratore generale

Nuovo atto di intimidazione contro i magistrati, nel mirino Salvatore Di Landro. Vetri dell'edificio rotti, nessun ferito

REGGIO CALABRIA - Un ordigno ad alto potenziale è stato fatto esplodere nella notte intorno alle 2 contro l'abitazione del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro. Al momento della deflagrazione Di Landro si trovava in casa insieme alla moglie. Nessuno è rimasto ferito. Sul posto sono intervenute le forze dell'ordine.

INDAGINI - L'esplosione ha provocato danni gravi anche al portone dell'edificio in cui abita Di Landro. Il palazzo, invece, non ha subito danni strutturali. La zona in cui abita il magistrato si chiama Parco Caserta. Nell'edificio davanti al quale è stato fatto esplodere l'ordigno abitano, oltre a quella del magistrato, altre quattro famiglie, ma non c'è alcun dubbio, secondo gli investigatori, che l'intimidazione fosse diretta contro il procuratore generale. Secondo quanto è emerso dai primi accertamenti l'ordigno era collegato ad una miccia a lenta combustione e sarebbe stato confezionato con tritolo.

DI LANDRO: «NON CI FAREMO INTIMIDIRE» - «Questa volta non ci sono dubbi che l'attacco era rivolto alla mia persona» Cosi Salvatore Di Landro ad Apcom, mentre stava raggiungendo la sede della Procura Generale. Il magistrato che sta lasciando in questi momenti la propria abitazione si è detto anche convinto che le 'ndrine hanno alzato il tiro: «Credono di intimidirci con queste aggressioni e questi attentati, ma noi continueremo a fare il nostro lavoro senza mollare neanche un centimetro di corda, che continueremo a stringere ancora di più attorno alle consorterie criminali». E' un Procuratore che parla a tutto tondo e che poi aggiunge: «Chi ha agito lo ha fatto con grande rapidità, tecnica e professionalità. Per la Procura Generale, questo attentato funge da sprone alla nostra attività».

LA SOLIDARIETÀ DI NAPOLITANO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, appresa la notizia del gravissimo atto intimidatorio compiuto nella notte nei confronti del Procuratore generale presso la Corte di appello di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, gli ha manifestato «i suoi sentimenti di solidarietà e la vicinanza del paese». Lo rende noto un comunicato del Quirinale.
«Il capo dello Stato - prosegue la nota - ha, nell'occasione, ribadito il convinto apprezzamento già espresso per l'impegno e la professionalità della magistratura reggina, insieme alle forze dell'ordine, nel dare sviluppi e ottenere risultati senza precedenti nell'azione di contrasto alla criminalità organizzata facente capo all'ndrangheta. Tale azione si è intensificata anche aggredendo i patrimoni illeciti e scoprendo le pericolose ramificazioni e infiltrazioni dell'ndrangheta nella economia legale in Italia e fuori d'Italia».
«Il gravissimo atto intimidatorio di oggi segue purtroppo altri gravi episodi e impone quindi a tutti di non abbassare la guardia. Insostituibile - conclude il comunicato del Colle, che riferisce il pensiero di Napolitano - resta il ruolo della magistratura per il rispetto delle regole e l'affermazione dei principi di legalità, con il pieno sostegno di tutte le istituzioni».

MARONI - «Piena solidarietà» al Procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, per il «gravissimo e vile atto di intimidazione di questa notte» è espressa in una nota dal ministro dell'Interno, Roberto Maroni. «Una simile reazione - spiega Maroni - dimostra quanto la 'ndragheta si senta sotto pressione per la dura azione che le Istituzioni stanno conducendo nei suoi confronti. Bene ha fatto il Procuratore Di Landro a dire che non ci lasceremo intimidire e che continueremo a fare il nostro lavoro con più determinazione di prima».
«Per testimoniare il nostro sostegno alla magistratura reggina e per rafforzare l'azione di contrasto alla 'ndrangheta, a settembre - annuncia infine il ministro - terremo un nuovo vertice a Reggio Calabria».

GRASSO - «Non ci sono dubbi che l'attacco è diretto contro la persona del Procuratore Generale Di Landro, che da quando è alla guida della Procura generale ha dato vita a un nuovo corso di strategia di attacco alle 'ndrine calabresi» . Cosi il Procuratore Nazionale antimafia Piero Grasso, all'estero per trascorrere un periodo di ferie, contattato da ApCom ha commentato la bomba contro l'abitazione del Procuratore generale di Reggio Salvatore Di Landro. «Possiamo affermare - ha poi proseguito Piero Grasso - che l'attento del 3 gennaio scorso era rivolto proprio alla Procura, adesso non ci sono più dubbi. D'altronde le 'ndrine hanno avuto parecchie batoste negli ultimi tempi».

SCOPELLITI - Per pochi minuti, anche il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti ha presenziato al vertice del comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica alla prefettura di Reggio Calabria convocato in seduta straordinaria dopo l'attentato contro l'abitazione del procuratore generale Salvatore Di Landro. Scopelliti incontrando i giornalisti ha dichiarato: «Sono venuto per portare la mia solidarietà al procuratore Di Landro. Che c'è un problema Di Landro - ha proseguito - è sotto gli occhi di tutti quanti visto che da quando c'è lui a guidare la Procura generale le intimidazioni sono all'ordine del giorno. Significa - ha concluso Scopelliti - che il lavoro che la Procura sta portando avanti è un lavoro eccelso e di prima qualità».

I PRECEDENTI - L'attentato segue quello del 3 gennaio scorso contro la sede della Procura generale reggina. In quell'occasione due persone, giunte sul posto a bordo di una moto, fecero esplodere davanti al portone dell'ufficio un ordigno di medio potenziale. Successivamente ci sono state una serie di intimidazioni ai danni di magistrati di Reggio Calabria nell'ambito di una strategia messa in atto dalla criminalità, secondo l'interpretazione che nè è stata data a livello investigativo e giudiziario, per delegittimarne l'operato. Buste con proiettili e minacce di morte sono state inviate, tra l'altro, al Procuratore della Repubblica, Giuseppe Pignatone, ed ai pm della Procura reggina Vincenzo Lombardo e Antonio De Bernardo.

VERTICE A REGGIO CALABRIA - «Una simile reazione - spiega Maroni - dimostra quanto la 'ndragheta si senta sotto pressione per la dura azione che le Istituzioni stanno conducendo nei suoi confronti. Bene ha fatto il Procuratore Di Landro a dire che non ci lasceremo intimidire e che continueremo a fare il nostro lavoro con più determinazione di prima».
«Per testimoniare il nostro sostegno alla magistratura reggina e per rafforzare l'azione di contrasto alla 'ndrangheta, a settembre - annuncia infine il ministro - terremo un nuovo vertice a Reggio Calabria».