29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Lo scontro nella maggioranza

Bossi: bisogna votare comunque. Mai con Casini

Il ministro: «Improbabile che si possa andare avanti così. Il ritorno dell'Udc? Ho telefonato a Berlusconi e gli ho detto che non va bene. A tutto c'è un limite»

MILANO - Il leader della Lega Umberto Bossi sbarra la strada del governo a Pierferdinando Casini e avverte Berlusconi, che oggi avrebbe invitato, secondo una ricostruzione, la formazione centrista a far parte l'esecutivo: «Silvio, i miei non ci stanno, quindi sappiti regolare. Siamo buoni e tutto, ma a un certo punto sapremo dire basta».
«Berlusconi ha presentato un progettino che vuole presentare in parlamento e ha detto se lo votano è bene altrimenti si va alle elezioni. Io penso che si deve andare alle elezioni comunque». Lo ha detto il leader della Lega Umberto Bossi parlando ad una festa della Lega ad Alzano Lombardo; secondo Bossi «è abbastanza improbabile che si possa andare avanti così».

«MAI CON CASINI» - Bossi mostra di non gradire affatto la presunta apertura di Berlusconi a un rientro di Casini nella maggioranza. «Ho telefonato a Silvio - racconta - e gli ho detto che non va bene. Gli ho detto «sappiti regolare», guarda che con Casini noi non ci stiamo. Nomen omen, Casini uguale a casino». «I democristiani - aggiunge Bossi - sono quelli che hanno rovinato il nord. Mio padre mi diceva sempre che sarebbe servito uno che dal nord andasse al sud a strozzare tutti quei delinquenti». Bossi quindi ribadisce che se non ci sono i voti nella maggioranza «si va a votare. Altro che Dc. Se si va con Casini le riforme non si fanno più. Che adesso Berlusconi cerchi di pigliarlo prima del voto mi sembra ridicolo».

MINISTRI AL NORD - Bossi rilancia poi l'idea di trasferire alcuni ministeri da Roma ad alcune città del nord come Milano, Venezia e Torino. «I ministeri - spiega - significano tanti posti di lavoro e tanti soldi. Sono i ministeri tra l'altro quelli che preparano le leggi. Non possiamo più vedere i nostri giovani disoccupati mentre a Roma ci sono giovani lautamente pagati nei ministeri». Il leader della Lega scandisce più volte «Padania libera»: «È questo - dice - il grido che li fa tremare. Adesso anche gli intellettuali incominciano a parlar bene della Padania».