25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
Addio al picconatore

Cossiga, il saluto dei vertici dello Stato

Napolitano: «Omaggio a un grande uomo di Stato». Aperta la camera ardente al Gemelli, la prima visita del cardinal Bertone. Poi Ciampi, Fini e Schifani

ROMA - E' stato il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato vaticano, il primo ad arrivare questa mattina al Gemelli a rendere omaggio alla salma del presidente emerito Francesco Cossiga, alla camera ardente allestita nella chiesa centrale del Policlinico romano. «Francesco Cossiga è stato uno statista di spiritualità cristiana» ha detto Bertone che si è raccolto in preghiera davanti alla salma, e uscendo ha concluso «Come ha auspicato lui, Dio benedica l'Italia».
Pochi minuti prima delle 10 (orario ufficiale di apertura della cappella), è giunto anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha detto di aver reso omaggio «a un grande uomo di Stato, un amico». A seguire l'ex presidente Ciampi con la signora Franca, i presidenti di Camera e Senato, Gianfranco Fini e Renato Schifani, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Gianni Letta.

IL RICORDO DI SCHIFANI - «Cossiga era un vulcano, non un uomo dei partiti ma delle istituzioni. Ti prendeva per braccio e stava con te a parlare ore ed ore e nessuno di noi aveva coraggio di staccare quel braccio perchè, con le sue conoscenze, era un motivo di addottrinamento culturale e politico. Era un uomo di grandi forze, grandi idee ed iniziative. Un uomo che con la sua lettera, che costituisce un testamento politico, ha confermato la sua grandissima fedeltà nelle istituzioni».

IL TELEGRAMMA DEL PAPA - Benedetto XVI ha inviato telegrammi di cordoglio per la morte di Francesco Cossiga sia ai due figli dello scomparso ex presidente della Repubblica, Giuseppe e Annamaria, sia all'attuale capo dello Stato Giorgio Napolitano. Nel telegramma ai figli di Cossiga, il Papa si dice «spiritualmente vicino in questo momento di dolore», porgendo le sue «più sentite condoglianze» e assicurando la sua «sincera partecipazione al grave lutto che colpisce anche l'intera nazione italiana». Il Pontefice ricorda «con affetto e gratitudine questo illustre uomo cattolico di Stato, insigne studioso del diritto e della spiritualità cristiana che nelle pubbliche responsabilità ricoperte seppe adoperarsi con generoso impegno per la promozione del bene comune».

I FUNERALI - I funerali di Cossiga potrebbero essere giovedì in una modalità raccolta e privata. Con quattro lettere riservate e personali e il rifiuto delle esequie di Stato, se ne è andato ieri con un'ultima «picconata» ; nel suo testamento ha lasciato precise disposizioni per il funerale, preferendo la chiesetta di Cheremule, un paese del sassarese - o forse, il luogo non è ancora stato deciso, San Giuseppe a Sassari - alla complessa scenografia della cerimonia di Stato.
Niente corazzieri ad accompagnare il feretro, niente picchetti d'onore 'ufficiali' all'ingresso e all'uscita dalla chiesa, niente parterre con tutte le più alte cariche dello Stato. A restare, però, è il mistero, accompagnato da una sottile vena di ironia che ha sempre contraddistinto il senatore a vita: Cossiga se ne va lasciando lettere a Giorgio Napolitano, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi. Nel pomeriggio sono state diffuse le lettere a Napolitano e ai presidente delle Camere, tutte datate 18 settembre 2007. Napolitano, dunque, era già presidente da poco più di un anno, ma sugli scranni più alti di Montecitorio e Palazzo Madama c'erano Fausto Bertinotti e Franco Marini e non Gianfranco Fini e Renato Schifani. Le lettere, consegnate al segretario del Senato, sono state inviate dopo la scomparsa di Cossiga.