20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
L'addio

L'ultima picconata di Cossiga: quattro lettere ed esequie private

Giovedì in Sardegna i funerali «senza autorità». La camera ardente verrà aperta all'Ospedale Gemelli domani dalle 10 alle 18

ROMA - Quattro lettere riservate e personali e un funerale in forma strettamente privata sono la sua ultima «picconata». Se ne va senza esequie di Stato il presidente emerito Francesco Cossiga che nel suo testamento ha lasciato precise disposizioni per il funerale, preferendo la chiesetta di Cheremule, un paese del sassarese - o forse, il luogo non è ancora stato deciso, San Giuseppe a Sassari - alla complessa scenografia della cerimonia di Stato.

LE 4 LETTERE - Niente corazzieri ad accompagnare il feretro, niente picchetti d'onore 'ufficiali' all'ingresso e all'uscita dalla chiesa, niente parterre con tutte le più alte cariche dello Stato. A restare, però, è il mistero, accompagnato da una sottile vena di ironia che ha sempre contraddistinto il senatore a vita: Cossiga se ne va lasciando lettere a Giorgio Napolitano, Renato Schifani, Gianfranco Fini, Silvio Berlusconi. Nel pomeriggio vengono diffuse le lettere a Napolitano e ai presidente delle Camere, tutte datate 18 settembre 2007. Napolitano, dunque, era già presidente da poco più di un anno, ma sugli scranni più alti di Montecitorio e Palazzo Madama c'erano Fausto Bertinotti e Franco Marini e non Gianfranco Fini e Renato Schifani.

Le lettere, consegnate al segretario del Senato, sono state inviate dopo la scomparsa di Cossiga. Quella per Napolitano è stata inviata a Castelporziano dove si trova il presidente per un periodo di riposo e poi pubblicata sul sito internet del Quirinale. Il Capo dello Stato ha ricordato il suo predecessore come «combattivo protagonista di stagioni tra le più intense e drammatiche della nostra storia nazionale». Nella lettera a Napolitano Cossiga rammenta il suo settennato: «Fu per me un grande onore - scrive - servire immeritatamente e con tanta modestia ma con animo religioso, con sincera passione civile e con dedizione assoluta lo Stato italiano e la nostra Patria nell'ufficio di Presidente della Repubblica». Cossiga si congeda da Napolitano sottolineando che il presidente è «Capo dello Stato e rappresentante dell'unità nazionale» e augurandogli una «lunga missione al servizio dell'amato popolo italiano».

Nella missiva a Schifani Cossiga chiede esequie «del tutto private, con esclusione di ogni pubblica onoranza e senza la partecipazione di alcuna autorità» e ricorda ancora che «fu per me un onore grande servire la Repubblica, a cui sempre sono stato fedele». Quanto a Silvio Berlusconi il suo portavoce Paolo Bonaiuti ha tagliato corto dicendo di «non azzardare ipotesi» sui contenuti della lettera. Nella lettera al presidente della Camera Cossiga spiega che «fu per me un grandissimo e distinto privilegio far parte del Parlamento nazionale e servire in esso il Popolo, sovrano della nostra Repubblica. Professo la mia fede repubblicana e democratica, da liberaldemocratico, cristianodemocratico, autonomista-riformista per uno Stato costituzionale e di diritto».

CAMERA ARDENTE - La camera ardente verrà aperta all'Ospedale Gemelli domani dalle 10 alle 18, i funerali in Sardegna potrebbero essere giovedì in una modalità raccolta e privata profondamente diversa dalla cerimonia prevista da una legge del 1987 per le esequie di Stato. L'ultimo presidente emerito ad averle fu Giovanni Leone, il 12 novembre 2001, con un'orazione ufficiale tenuta dall'allora presidente del Senato Marcello Pera. Sandro Pertini, invece, preferì la forma privata.