24 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Lo scontro nella maggioranza

Pdl e Lega, fronte comune contro i governi tecnici

Brunetta: «I Finiani cederanno». Nuovo scontro Giornale-Farefuturo. Feltri accusa Napolitano di «preferire i ribaltoni al popolo»

ROMA - In attesa del documento in quattro o cinque punti sul quale Silvio Berlusconi dovrebbe tentare di ricompattare la maggioranza o in alternativa spingere Gianfranco Fini e i suoi alla rottura definitiva, il tema dell'ipotetica crisi di governo continua ad animare la polemica politica. Il fronte Lega-Pdl tiene, e il coordinatore leghista Roberto Calderoli spiega bene perché: l'unica cosa che potrebbe fermare l'attuazione del federalismo fiscale «è un governo che non lo vuole fare. Governo tecnico o allargato che dir si voglia». Però bacchetta i continui scontri fra ultrà finiani e berlusconiani: «Gli attacchi di Bocchino e Granata sono l'equivalente degli attacchi de Il Giornale», ma si gioca su «un terreno che, francamente, con l'interesse del Paese non ha nulla a che fare».

Ottimista il ministro Pdl Renato Brunetta, il quale prevede che il gruppo finiano non reggerà lo scontro: «Chi si assume - dice - la responsabilità di troncare il cambiamento?».

Da Palermo, i ministri dell'Interno e della Giustizia, il leghista Roberto Maroni e il berlusconiano Angelino Alfano, rivendicano all'unisono i risultati della lotta contro la mafia e respingono l'ipotesi di un governo di transizione: «La Lega - dice Maroni - non è disponibile a un governo diverso da quello che è uscito dalle elezioni» e a votare, avverte, si può andare «in qualsiasi momento dell'anno». Alfano cita l'articolo 1 della Costituzione sulla sovranità popolare: «Qualunque ipotesi che prevede che chi ha vinto le elezioni vada all'opposizione e chi le ha perse vada al governo è una violazione dell'articolo 1 della Costituzione».

Tra quanti hanno vinto le elezioni, però, i problemi non mancano: continua la guerra fra il Giornale di Vittorio Feltri e il presidente della Camera Fini, definito oggi 'un habitué' della casa di Montecarlo venduta da An e abitata dal fratello della compagna Elisabetta Tulliani. Feltri oggi accusa anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di «preferire i ribaltoni al popolo», ma sullo scoop della presunta presenza di Fini a novembre a Montecarlo incassa la smentita di Farefuturo: «Per costruire false testimonianze - è la dura replica dal sito web finiano - bisogna saperci fare ed essere pignoli nei controlli».