28 agosto 2025
Aggiornato 02:00
Le tensioni nella maggioranza

Bocchino: Ghedini è l'uomo del dialogo

«Ma basta attacchi a Fini. Vogliamo lavorare insieme per proseguire legislatura». Briguglio: «L'apertura del Premier va colta»

ROMA - «Ha ragione l'On. Ghedini quando dice che non c'è stato alcun suo intervento sui finiani per evitare ulteriori attacchi al presidente Berlusconi». Lo afferma in una nota il capogruppo alla Camera di Futuro e Libertà, Italo Bocchino, commentando le dichiarazioni rilasciate questa mattina da Niccolò Ghedini.

LA NOTA - «Tra me e Ghedini - continua - c'è sempre stato, anche nei momenti di più dura polemica, un profondo rispetto reciproco e un dialogo teso a evitare il peggio e a favorire il prevalere della responsabilità nell'interesse del paese e del governo scelto dagli elettori. A Ghedini va riconosciuto il merito di non aver mai gettato la spugna del dialogo e sono certo che se sarà possibile riannodare i fili di una collaborazione dipenderà in gran parte dal suo ruolo».
«Da parte nostra - ribadisce il capogruppo di Fli - c'è la volontà di lavorare insieme con tutto il centrodestra per proseguire la legislatura rispettando il programma di governo, sempre nel naturale alveo politico e culturale del centrodestra e in alternativa alla sinistra, con la quale non siamo alleabili. Questo percorso ha bisogno, però, come precondizione, che cessi la campagna mediatica contro il presidente Fini e che il Pdl desista dalla richiesta di dimissioni del presidente della Camera».

BRIGUGLIO - «Sarebbe illusorio» pensare di dividere i finiani. Lo assicura Carmelo Briguglio, deputato di Futuro e Libertà, interpellato a Sky Tg24 sul senso della dichiarazione di ieri del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Tra i finiani «non ci sono né falchi né colombe - ha detto Briguglio - ma una squadra compatta che difende Fini. Ma anche un modo di essere nel centrodestra e nella coalizione».
«L'apertura di Berlusconi è un dato da cogliere e verificare - conclude - speriamo ritorni la politica e cessi la forsennata campagna mediatica contro Fini».