29 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Intervista al Corriere della Sera

Alfano: sulla giustizia non cediamo

Il Ministro: «Intesa su 4 punti o voto. Il Federalismo e il processo breve prova di fuoco della maggioranza»

ROMA - Per la maggioranza «la via maestra è una sola: portare in Parlamento tre o quattro punti che possano segnare i tre restanti anni della legislatura, senza inciucetti, accordi sotto banco e traccheggi e vedere chi ci sta». Lo spiega, in un'intervista al Corriere della Sera, il ministro della Giustizia Angelino Alfano, che aggiunge: «Questo è l'unico modo trasparente per riannodare il filo che lega i deputati e i senatori eletti nel Pdl».

INTESA O VOTO - «Ci sono alcuni pilastri - sottolinea - che sono imprescindibili: giustizia, fisco, federalismo e Sud mi sembrano quattro pilastri su cui un governo si regge». Il Guardasigilli precisa che «in materia di giustizia il programma è già stato scritto. E' stato uno dei punti di conflitto e proprio per questo credo che il percorso parlamentare servirà a far vedere chi vuole far finire la legislatura e chi invece vuol portare avanti il programma di governo. Per il resto, abbiamo agosto per riflettere e per non disperdere ciò che abbiamo costruito insieme. Agosto è il mese dei piromani e dei pompieri».
Secondo Alfano dunque federalismo e processo breve saranno «la prova del fuoco» per la maggioranza e «se ci sarà intesa si potrà andare avanti, viceversa se non ci sarà l'intesa, o se essa, pur siglata in Parlamento, non dovesse funzionare, si tornerà al popolo».
«Ritengo inconcepibile - dice ancora - che nel 2010 si possa pensare che chi ha vinto le elezioni diventi opposizione e chi ha perso possa governare. Così come è evidente segno di grave patologia della sinistra il fatto che di fronte a una difficoltà della maggioranza, invece di chiedere subito il giudizio del popolo, un'oligarchia di ex Ds si metta e tavolino a studiare come rovesciare il voto».

CASO FINI - Né il Guardasigilli è tenero con il presidente della Camera. «In questi due anni - sottolinea - gli scartamenti di Fini sono stati numerosi», dal diritto di voto agli immigrati alla legalità, tema sul quale per il ministro «si rischia, se si esagera in retorica, di diventare dipietristi di risulta o giustizialisti di ritorno».