24 aprile 2024
Aggiornato 08:30
Politica & Giustizia

Nomine Csm, Bersani vede il duo Finocchiaro-Franceschini

il Pd verso sì a Vietti. Malumori tra gli ex del Ppi. Si punta a chiudere entro giovedì prossimo

ROMA - Nonostante qualche malumore dell'area ex Ppi, il Pd dà un sostanziale via libera alla candidatura dell'Udc Michele Vietti come possibile nuovo vice-presidente del Csm e a questo punto aumentano le possibilità di chiudere la partita dell'elezione degli 8 consiglieri laici la prossima settimana, dando per scontato che le votazioni di domani andranno ancora a vuoto. Nei giorni scorsi in casa Pd erano emerse le resistenze dell'area ex Ppi al nome di Vietti perché, come spiegava ancora stamattina Lanfranco Tenaglia, «non si capisce per quale motivo il primo partito dell'opposizione debba rinunciare a proporre un proprio nome per la vice-presidenza». Malumori che avevano allarmato Pier Ferdinando Casini e che hanno spinto questa mattina Pier Luigi Bersani a convocare una riunione con i capigruppo Anna Finocchiaro e Dario Franceschini per fare il punto sull'argomento.

Dall'incontro, secondo quanto si apprende, è arrivato un sostanziale sostegno del Pd a Vietti, dal momento che, spiegano in casa democratica, «sono i magistrati che eleggono il vice-presidente e Vietti è il nome che incontra i maggiori consensi». Peraltro, fa notare un dirigente Pd, «il sì a Vietti è anche un mondo per Bersani per siglare una convergenza con l'Udc». E non è un caso, infatti, che questa mattina in Transatlantico si siano svolti diversi colloqui tra democratici e centristi: prima Franceschini, Finocchiaro, Casini e Vietti; poi D'Alema e Casini.

Le perplessità degli ex Ppi, che rimangono, si scontrano con la convinzione di Bersani e dei capigruppo che sia difficile puntare su un nome diverso per la vice-presidenza. Facendo i conti sugli equilibri interni al Csm dopo le elezioni, Vietti può ragionevolmente puntare alla vice-presidenza, mentre se si puntasse su altri nomi il quadro potrebbe cambiare radicalmente e si potrebbe prestare il fianco a incursioni del centrodestra, che pure aveva provato nelle ore scorse a giocare sulle incertezze del Pd per imporre un proprio nome per la vice-presidenza. Ipotesi, peraltro, non ancora del tutto sfumata, secondo alcuni, dal momento che viene segnalata un'intensa attività di diplomazia da parte di Annibale Marini, vicino a Gianfranco Fini, che starebbe cercando di costruire consensi intorno al proprio nome.

Di sicuro, l'intesa non è ancora pronta e il voto di domani dovrebbe andare ancora a vuoto. In casa Pd, infatti, se è ormai data per scontata la convergenza su Vietti, restano da definire i nomi dei due consiglieri 'laici' da eleggere: in particolare, durante l'incontro di oggi, sarebbe stato ribadito il criterio che la componente cattolica ex Ppi deve essere rappresentata tra i 'laici'. E sembra possibile che ai nomi circolati in queste ore (Guido Calvi, Luca Petrucci, Glauco Giostra, Pietro Carotti) potrebbero aggiungersene di nuovi proprio dall'area cattolica.

E in alto mare sarebbe anche il centrodestra, chiamato a eleggere cinque consiglieri, quattro in quota Pdl, uno Lega. La scelta del Carroccio potrebbe ricadere su Mariella Sarno, già in passato consigliere del Csm, mentre il Pdl potrebbe mettere in campo l'ex ministro Alfredo Biondi, il deputato finiano Nino Lo Presti, assieme a giuristi come Vincenzo Scordamaglia, che insegna procedura penale a Roma, Mario Patrono, ordinario di Istituzioni di diritto pubblico alla Sapienza, o Mario Trapani, professore di diritto penale sempre nella Capitale.

Insomma, se la strada per Vietti verso la vice-presidenza sembra farsi in discesa, salvo sorprese dell'ultima ora, restano ancora da definire le caselle dei consiglieri 'laici' che spettano a ciascuna forza politica. La prossima settimana dovrebbero esserci votazioni dal martedì al giovedì e, secondo i democratici, proprio per l'ultimo giorno utile dovrebbe arrivare la fumata bianca.