19 aprile 2024
Aggiornato 16:00
Il ricordo

Addio a Giorgio Alpi, padre di Ilaria

Si è spento a Roma dopo una lunga malattia. Errani: «Continueremo a sostenere il premio in nome di Ilaria»

ROMA - Si svolgeranno domani nella chiesa di Santa Chiara a piazza Giochi Delfici, a Roma, i funerali di Giorgio Alpi, padre di Ilaria, la giornalista del TG 3 uccisa a Mogadiscio sedici anni fa insieme al cameramen Miran Hrovatin. Giorgio Alpi aveva 86 anni, è morto ieri pomeriggio dopo una lunga malattia. Molti i messaggi di cordoglio dalle istituzioni e dal mondo delle associazioni.

IL RICORDO - «Giorgio Alpi ci ha lasciato. In un Paese che spesso preferisce dimenticare, Giorgio ha incarnato la determinazione a voler ricordare. Con pacata fermezza era, accanto a Luciana, il simbolo della battaglia civile e durissima perché si arrivasse alla verità sull'uccisione di Ilara e Miran», è l'accorato messaggio di cordoglio della giuria del premio Ilaria Alpi, messaggio che prosegue così: «A tutti noi che lo abbiamo conosciuto e che con lui abbiamo condiviso l'impegno affinchè lo stato, la magistratura, l'opinione pubblica non tralasciassero il loro dovere di individuare i colpevoli, la sua perdita rappresenta un grandissimo dolore ma anche l'impegno a continuare sulla strada intrapresa».

ERRANI - Anche il presidente della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani, ha inviato alla moglie, signora Luciana, un messaggio di cordoglio, assicurando il continuo sostegno al premio giornalistico in nome di Ilaria. «L'ultima volta che vidi Giorgio Alpi - ha scritto Errani - fu nell'ottobre di due anni fa, quando il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano conferì ai genitori di Ilaria la Medaglia d'oro al Merito civile, onorificenza che anch'io avevo richiesto e sostenuto per molte ragioni. Credo che quella sia stata l'ultima apparizione pubblica di Giorgio, già segnato dalla malattia e, soprattutto, dal dolore per la perdita della figlia amatissima. Ma non vi è dubbio che, più che il dolore per quella morte, a piegare Giorgio sia stata la inesausta ricerca della verità, condotta inutilmente per sedici anni».