2 maggio 2024
Aggiornato 07:00
Le tensioni nella maggioranza

Il Premier commissaria le correnti. Fini? Ignoratelo

Il Premier ha riunito a Palazzo Grazioli i vertici del PdL: «Avanti su ddl intercettazioni, ma ok a modifiche con un occhio al Colle»

ROMA - La 'strigliata' alle correnti un primo effetto l'ha avuto: il Pdl mette sotto tutela le fondazioni e le associazioni interne, affidando a un coordinamento il compito di stabilire se possano far parte del partito o se invece non rappresentino delle vere e proprie correnti mascherate. Silvio Berlusconi, riunendo a Palazzo Grazioli i vertici del Popolo della libertà, ha puntato il dito contro «quelli di Generazione Italia, che non hanno niente a che vedere con il Pdl». La linea scelta è chiara: un coordinamento vigilerà sulle fondazioni e le associazioni per valutare se queste si atterranno all'unica finalità consentita, quella culturale.

Quanto a Gianfranco Fini, secondo alcune fonti Berlusconi avrebbe ragionato sul Presidente della Camera con assoluta freddezza: Noi non lo consideriamo proprio, la mia risposta sarà con i provvedimenti in Parlamento, per me non esiste, neanche voglio perdere tempo a parlarne. Per questo, l'apertura alle modifiche del ddl sulle intercettazioni, avrebbe spiegato il premier, è figlia della necessità di mantenere un rapporto sereno con il Quirinale: «E anzi diciamolo pubblicamente, perché altrimenti sembra che a vincere sia Fini». L'obiettivo (suscettibile di variazioni in corso d'opera) è quello di chiudere alla Camera entro il 5 agosto, come assicurato al termine dell'incontro da Franco Frattini. «Siamo aperti alle richieste del Colle - avrebbe detto Berlusconi - ma la ragion d'essere del provvedimento, che è la tutela della privacy e che è scritta nel programma del Pdl sottoscritto da tutti, è irrinunciabile». Tanto che nei prossimi giorni si susseguiranno riunioni tecniche sul ddl alle quali prenderanno parte Alfano, Ghedini e alcuni dei dirigenti del partito.

Ma è il Pdl il piatto forte della riunione, dopo la nota in cui ieri il Cavaliere aveva bacchettato le correnti. Riferiscono alcuni partecipanti all'incontro che in particolare Cicchitto e Quagliariello avrebbero mosso alcuni rilievi nei confronti di un'iniziativa portata avanti nei giorni scorsi da Mario Valducci: una raccolta di firme fra i parlamentari del Pdl, una sorta di foglio di adesione a Liberamente. Una mossa letta da molti come volta a rafforzare la spinta correntizia.

Quanto alla contestata prima pagina del Giornale, tutta centrata sul Capo dello Stato, Berlusconi avrebbe espresso amarezza per i «problemi» che da tempo gli crea il quotidiano. Il presidente del Consiglio avrebbe avuto oggi una telefonata con il direttore Vittorio Feltri nel corso della quale, riferiscono, quest'ultimo avrebbe lamentato il fatto che ogni editoriale venga ingiustamente interpretato come frutto della volontà del Cavaliere. E sempre Feltri, domani, con un editoriale dovrebbe tornare sulla vicenda per chiarirla.

Fuori da Grazioli, intanto, montava la protesta degli aquilani. Berlusconi sul punto avrebbe assicurato: «Dopo tutto quello che il governo ha fatto per loro non possiamo lasciare che a prendere il sopravvento sia la protesta. E anche se alcuni attacchi potrebbero sembrare strumentali, dobbiamo ascoltarli». Poi la mediazione di Gianni Letta con Giulio Tremonti e la decisione di preparare un emendamento ad hoc per ripartire il pagamento delle tasse in 10 anni anziché 5.