2 maggio 2024
Aggiornato 06:00
Politica & Giustizia

Napolitano al Csm: allentare le tensioni

Il Presidente della Repubblica chiede «tempi rapidi per i nuovi membri laici», ma dai partiti ancora niente nomi

ROMA - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, auspica un «voltare pagina» e un allentamento delle tensioni tra istituzioni e forze politiche, elementi che possono portare a una svolta dello Stato di Diritto nel nostro Paese. L'occasione è il plenum del Csm che ha eletto all'unanimità Ernesto Lupo primo presidente della Cassazione, presieduto dal Capo dello Stato. E' stato quindi proprio dall'Aula magna di palazzo dei Marescialli che Napolitano ha promesso che raccomanderà ai presidenti delle Camere «di porre ogni cura perché l'elezione (dei componenti laici del nuovo Csm, ndr) avvenga in tempi rapidi».

«La puntualità degli adempimenti istituzionali e l'auspicabile verificarsi di deliberazioni largamente condivise - ha detto il capo dello Stato - possono costituire un passo importante per l'allentamento delle ricorrenti tensioni tra istituzioni e tra forze politiche e culturali sui temi della giustizia, cosicché possa aprirsi una nuova pagina, una nuova stagione, nelle travagliate vicende dello Stato di diritto nel nostro Paese».

Insomma, per il presidente della Repubblica bisogna agire in fretta e cercare, ove possibile, le maggiori convergenze possibili. E a questo stanno appunto lavorando tutti gli attori dell'elezione del nuovo Csm, in primis gli stessi magistrati. Mentre tutti gli occhi sono puntati sulla Cassazione, dove domani cominceranno gli scrutini per l'elezione della componente togata, le correnti sono al lavoro per verificare dove è possibile un'intesa.

Anche in Parlamento sono cominciati i conciliaboli in seno ai partiti e tra i due diversi schieramenti. Il primo voto utile è previsto per giovedì 8 luglio, ma con ogni probabilità anche questo secondo tentativo di eleggere i laici al Csm andrà a vuoto. I partiti, ma anche gli stessi magistrati, che alla fine dovranno scegliere il vicepresidente tra la componente laica, vogliono attendere l'esito delle urne che dirà chi sono i togati che per quattro anni popoleranno palazzo dei Marescialli.

Resta ancora in pole position la candidatura del centrista Michele Vietti: su di lui, infatti, è possibile che convergano sia la politica che le toghe. Una candidatura, quella di Vietti, ritenuta possibile anche dall'ex membro del Csm e poi responsabile Giustizia del Pd Lanfranco Tenaglia. Siccome il vicepresidente del Csm viene eletto, salvo imprevisti, dagli esponenti delle correnti della magistratura - è la sintesi del suo ragionamento - sono da escludere, secondo Tenaglia, scelte «troppo marcatamente legate ai partiti».

Pd e Pdl, quindi, vivono la medesima situazione: un vicepresidente di uno o dell'altro partito significherebbe scegliere «da che parte stare», mentre «al momento l'unica democrazia cristiana che esiste in Italia è la corrente Unicost». Ecco quindi che Vietti torna a essere il candidato ideale, perchè centrista, perchè da sempre attivo sul tema della giustizia e perchè già una volta è stato membro del Csm. Per quanto riguarda i nomi degli altri candidati, molti parlamentari sia di destra che di sinistra danno la stessa risposta: «siamo ancora a 'caro amico'».