23 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Religione & Società

«Nuova agenda per i Cattolici in politica»

Monsignor Mario Toso: «La loro presenza nei vari schieramenti non appare rilevante»

CITTÀ DEL VATICANO - I cattolici italiani dovrebbero elaborare una nuova «agenda sociale» che attraversi gli schieramenti e rilanci la loro presenza in politica, un po' come fecero a Camaldoli a fine della seconda guerra mondiale i futuri leader della Democrazia cristiana. E' l'idea di monsignor Mario Toso, segretario del Pontificio Consiglio per la Giustizia e la Pace che, a un anno dalla pubblicazione dell'enciclica 'Caritas in veritate', fa il punto sulla sua ricezione e sul nuovo corso del dicastero vaticano.

«L'impegno del Pontificio Consiglio - afferma il vescovo salesiano in una conversazione con Apcom - è su più piani: il ripensamento della sua azione, la ricerca dei mezzi appropriati e il rafforzamento del suo organico». Il Pontificio consiglio è guidato da meno di un anno dal Cardinale ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson (Presidente) e da Toso (Segretario). E' questo un periodo naturalmente contrassegnato dallo studio e dalla divulgazione della enciclica sociale del Papa, firmata a fine giugno dell'anno scorso. «Dopo la 'Caritas in veritate' e il Compendio della Dottrina sociale della Chiesa del 2004 è d'obbligo la riflessione di approfondimento e di traduzione in progettualità educative più che la produzione di nuovi documenti». A questo scopo è dedicato un grande Simposio internazionale di docenti universitari che si svolgerà dal 24 al 26 giugno, inizialmente alla Pontificia Università Lateranense e che, a partire dall'enciclica, sarà dedicato al tema 'Persona, società istituzioni. Verso un'economia al servizio della famiglia umana'. Più in generale, Monsignor Toso vuole coinvolgere anche i giovani. «La dottrina sociale della Chiesa deve divenire patrimonio comune. Non è un self service al quale ognuno attinge e prende un elemento o un altro. Più che un orizzonte è una ricchezza che appartiene anzitutto alla propria identità, che esige che ci si muova da protagonisti, con l'impegno del credente e del testimone».

L'ex rettore dell'Università Pontificia Salesiana spiega: «Desideriamo lanciare una rete continentale e mondiale di Istituti, Centri studio, Associazioni cattoliche attivi nel campo sociale per l'approfondimento e la sperimentazione della Dottrina sociale della Chiesa, con particolare attenzione alle tematiche attualmente sul tappeto e, soprattutto, al rinnovo della politica». In questo senso, Mons. Toso non nasconde le sue perplessità sullo scenario politico italiano. «La presenza dei cattolici nei vari schieramenti non appare rilevante. Ci sono, invece, dei temi di comune interesse. Bisognerebbe arrivare, se non a ripetere Camaldoli, almeno ad elaborare un'agenda sociale che metta insieme i cattolici attivi nell'impegno civile e politico». Al proposito il vescovo sottolinea l'importanza che avrà, per i cattolici italiani, la prossima Settimana sociale che si celebrerà a Reggio Calabria ad ottobre.

La sua riflessione sul tema, del resto, non è nuova. «Come tutti i cittadini, i cattolici sono chiamati ad aggiornarsi e a seguire con attenzione il funzionamento delle istituzioni, perché queste possono influire positivamente o negativamente sullo sviluppo integrale dei popoli, sul loro stesso progresso economico e, in particolare, sull'esperienza morale dei cittadini», ha scritto in un recente saggio dedicato alla 'Caritas in veritate' ('Il realismo dell'amore di Cristo', Ed. Studium). «Bisogna tener presente - proseguiva Toso - che quando le istituzioni sono in contrasto con l'ordine morale, corrompono ed intaccano la stessa integrità dell'esperienza morale. Non è cosa di poco conto, se ci si pone l'obiettivo della creazione di un mondo più giusto e pacifico. Quando le leggi, i decreti e i comportamenti di coloro che ricoprono ruoli pubblici contribuiscono a diffondere la convinzione che è perfettamente inutile, anzi è dannoso vivere rettamente, è chiaro che un tale ambiente sociale deteriorato diviene per se stesso diseducativo».