5 maggio 2024
Aggiornato 19:00
Politica & Giustizia

Alfano: via le correnti dal Csm

Il piano del Ministro della Giustizia: «Ddl entro luglio: meno poteri al plenum. Rinvio elezioni e sezione disciplinare autonoma»

ROMA - Una nuova legge elettorale «ammazza-correnti», un probabile slittamento delle elezioni del Csm già indette dal capo dello Stato per luglio e il distacco della sezione disciplinare del plenum con conseguente aumento del numero dei componenti laici e togati. Il tutto da predisporre con legge ordinaria incardinata al Senato già nei primi giorni di giugno, subito dopo l'approvazione del ddl intercettazioni. E' il piano del ministro della Giustizia, Angelino Alfano, per un nuovo Csm e illustrato oggi al Corriere della Sera.

«I tempi di questa operazione - afferma il Guardasigilli - potrebbero essere molto rapidi, 40-45 giorni in modo da arrivare a luglio con il provvedimento approvato almeno da un ramo del Parlamento». Il Ministro ricorda che ci sono già due precedenti (uno durante il settennato di Cossiga) di rinvio delle elezioni dei membri togati del Csm quando i comizi elettorali erano già stati indetti con decreto del presidente della Repubblica. A quel punto verrebbero rinviate anche le sedute comuni di Camera e Senato già convocate per i primi di luglio da Gianfranco Fini e Renato Schifani per l'elezione degli otto consiglieri laici.

Le ipotesi di Alfano sono due: ripescare il ddl Pera-Centaro, il cosiddetto «ammazza-correnti» che verrebbe emendato dalla maggioranza con le norme sul rinvio delle elezioni e sulla sezione disciplinare staccata; oppure il varo di un ddl del governo. «Sconfiggere le correnti - dice Alfano - non è la mission governativa ma dobbiamo dare un segnale, sparigliare, con la sezione autonoma della disciplinare e con un sistema elettorale che, al contrario di quello attuale fatto di liste bloccate, non faccia coincidere i candidati con gli eletti».

Infine Alfano vorrebbe inserire nel pacchetto anche il jolly della sezione disciplinare staccata: «Ci sarebbe la più totale incompatibilità tra la disciplinare e il plenum, per cui potrebbe essere necessario aumentare il numero dei consiglieri», afferma il Ministro.