29 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Sentenza della Cassazione

No alle trasferte istituzionali con familiari pagate

D'Agata (IdV): Primo giro di vite contro i «furbetti» dei palazzi

ROMA - «La Cassazione ha detto basta ai «furbetti» della politica e mette in chiaro che le trasferte vanno fatte solo per ragioni istituzionali e non per fare viaggi con le proprie consorti e compagne. Un tour nelle capitali europee o un week end nelle città d'arte. Viaggi personali con moglie e compagne pagate però dallo Stato. I politici devono mettere un freno alle trasferte effettuate con le mogli, soprattutto per questioni non istituzionali. Per i «furbetti» si parla di truffe aggravate e falsi ideologici contestati».

Lo rende noto Giovanni D'Agata, componente del dipartimento Tematico nazionale 'Tutela del Consumatore' di IDV «Il monito arriva dopo che la Corte si è dovuta occupare di una serie di casi di truffe aggravate e falsi ideologici contestati al sindaco di San Giovanni Rotondo ed ad alcuni suoi assessori, bacchettati dalla Cassazione che con una certa frequenza se ne andavano in viaggio con moglie e compagne a spese del Comune. Gli illeciti - riferisce D'Agata ricostruendo la sentenza 18071 della V Sezione penale - venivano giustificati presentando tabelle di missione in cui indicavano spese sostenute per motivi istituzionali dei diversi tour in svariate città d'Italia tra cui Roma, Milano, Napoli, Firenze, Rimini e Ischia. Sindaco e assessori ottenevano anche il rimborso delle spese dello loro compagne di cui non dichiaravano la presenza limitandosi a presentare fatture maggiorate in relazione al costo di viaggio e soggiorno».
Secondo D'Agata quella della Cassazione «è una sentenza che costituisce un primo giro di vite contro il malcostume di alcuni politici di approfittare di benefici legati agli incarichi ricoperti».