20 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Ambiente

Acque inquinate. L'Italia deferita alla Corte di Giustizia UE

178 i comuni coinvolti tra i quali Capri, Ischia e San Remo

ROMA - In questi giorni di crisi dell'euro è passata praticamente inosservata la notizia che la Commissione europea ha deciso di deferire l'Italia alla Corte di giustizia dell'Ue per violazione della direttiva del 1991 (19 anni fa!!!) sul trattamento delle acque reflue (inquinate) urbane: in base alla direttiva 91/271/CEE il nostro Paese avrebbe dovuto, infatti, predisporre entro il 31 dicembre 2000 (10 anni fa!!!) sistemi adeguati per il convogliamento e il trattamento delle acque nei centri urbani con oltre 15mila abitanti.

Poiché dalle informazioni disponibili risultava che un numero elevato di città e centri urbani non era in regola con la normativa, nel 2004 l'Italia ha ricevuto una prima lettera di diffida. Una seconda e ultima lettera è stata spedita all'Italia nel febbraio 2009. Da una successiva valutazione è risultato che circa 178 città e centri urbani italiani (tra cui Reggio Calabria, Lamezia Terme, Caserta, Capri, Ischia, Messina, Palermo, San Remo, Albenga e Vicenza) non si erano ancora conformati alla direttiva.
Le acque reflue non trattate possono essere contaminate da batteri e virus dannosi e rappresentano pertanto un rischio per la sanità pubblica. Inoltre, esse contengono nutrienti come l'azoto e il fosforo che possono danneggiare le acque dolci e l'ambiente marino favorendo la crescita eccessiva di alghe che soffocano le altre forme di vita (eutrofizzazione).

Tra le città sotto accusa le «perle» del Mediterraneo, Capri e Ischia, la notissima San Remo, culla dell'italiota manifestazione canora, Albenga definita «scrigno da aprire» e Vicenza che è stata proclamata dall'UNESCO patrimonio mondiale dell'umanità. Per amor di Patria non parliamo delle altre città.
Sarebbe interessante sapere dal governo i motivi di questo incredibile ritardo e, soprattutto, vorremmo sapere dalla ministra dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Stefania Prestigiacomo, quali provvedimenti intende adottare per risolvere il problema ed evitare la condanna da parte della Corte di giustizia della Ue.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc