16 ottobre 2024
Aggiornato 03:30
Informazione | RAI

Ruffini: restano demansionamento e discriminazione politica

L'ex direttore di Rai Tre: «Farò il mio dovere, ma farò valere i miei diritti in tutte le sedi»

ROMA - La doppia direzione di Rai premium e Rai educational, approvate oggi in Cda Rai, «non risolvono il problema del demansionamento e della discriminazione politica». Lo dichiara l'ex direttore di Rai tre Paolo Ruffini, che aggiunge: «continuerò come sempre a fare il mio dovere. Questo non vuol dire che rinunci anche ai miei diritti, e a cercare di farli valere in tutte le sedi». Ruffini ha fatto causa all'azienda chiedendo il reintegro alla direzione di Rai tre.

«Ho letto della mia nomina dalle agenzie - premette Ruffini in una nota -. Non ne sapevo nulla. E per saperne di piu mi sono procurato le delibere approvate oggi. Da quello che c'è scritto si capiscono due cose. La prima è che sarei, non da subito ma a partire da giugno, il nuovo direttore di Rai Educational. E che nel frattempo, da Rai Educational usciranno i suoi programmi principali, i suoi spazi di palinsesto principali sia sulle reti generaliste che su Rai Storia, e una ventina di persone ritenute strategiche per il progetto 'Rai per i 150 anni dell'unità d'Italia'. La seconda è che non è stato rispettato l'impegno a nominarmi direttore di Rai Digit (cioè dei canali tematici della Rai) previsto nella delibera con cui sono stato rimosso da Rai Tre; e che sono stato nominato invece direttore di una cosa che ancora non esiste (Rai Premiun) e che dovrà coordinare due canali (Rai4 e Rai Movie) con modalità operative tutte ancora da definire».

«In entrambi i casi (Rai Educational e Rai Premium) - prosegue - non è chiaro poi il rapporto che dovrei avere con grandi professionisti come Giovanni Minoli e Carlo Freccero. Non mi pare che queste decisioni risolvano nè la questione del demansionamento, né quella della discriminazione politica; mentre mi pare che non facciano venir meno la necessità di porre rimedio a una situazione che ha leso la mia dignità. In molti mi hanno chiesto cosa farò. Sono un dipendente Rai. La risposta è che continuerò come sempre a fare il mio dovere. Questo non vuol dire che rinunci anche ai miei diritti, e a cercare di farli valere in tutte le sedi».