28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
Festa della Liberazione

Napolitano «invoca» l'unità d'Italia: basta contrapposizioni

Berlusconi si dice «d'accordo». Sulla Direzione nazionale del PDL: «non ho mai litigato con Fini»

MILANO - Un appello all'unità d'Italia come rimedio per uscire dalla «spirale di contrapposizioni indiscriminate» che fanno male al paese: è il messaggio che il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha voluto lanciare dal palco della Scala dove ha celebrato ieri il sessantacinquesimo anniversario del 25 aprile. Un intervento molto apprezzato anche dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, seduto in platea. Le divisioni esasperate, ha detto il capo dello Stato senza mai citare esplicitamente il tema delle riforme, bloccano «il riconoscimento di temi e impegni di più alto interesse nazionale, tali da richiedere una limpida e mirata convergenza tra forze destinate a restare distinte in una democrazia dell'alternanza».

«Un intervento assolutamente positivo» - ha commentato all'uscita il premier. Un apprezzamento che ha permesso a Berlusconi di addolcire i toni delle divisioni all'interno del Pdl, minimizzando lo scontro asprissimo scoppiato con Gianfranco Fini ma anche fra il presidente della Camera e il leader della Lega. «Non sono mai stato protagonista di burrasche - ha detto il premier uscendo dal teatro - e non ho mai litigato anche perchè per litigare bisogna essere in due e l'ho detto anche a chi ha cercato di farlo. Io sono sempre stato sereno e non ho mai dato risposte piccate in tanti mesi e continuo a essere sereno».

Napolitano, che si è commosso quando ha citato il suo predecessore Sandro Pertini, ha richiamato l'attualità e l'importanza fondamentale dell'unità d'Italia. «Quella unità rappresenta oggi - ha detto dal palco - guardando al futuro, una conquista e un coraggio irrinunciabili. Solo se ci si pone fuori dalla storia e dalla realtà si possono evocare con nostalgia, o tornare a immaginare, più entità statuali separate nella nostra Penisola».

Il capo dello Stato ha infine ha registrato «qualche battuta sgangherata» sulle celebrazioni del centocinquantesimo anniversario dell'Unità d'Italia in programma nel 2011 e invitato a celebrare finalmente la Liberazione «al di là degli steccati e delle quotidiane polemiche».