12 maggio 2025
Aggiornato 03:30
Allungamento della stagione venatoria

Caccia, dai testimonial Lipu appello a Berlusconi

Tra gli Susanna Tamaro, Maurizio Costanzo, Daniela Poggi e Dacia Maraini. La Commissione Ue ci avverte: «Pronti a nuovi ricorsi»

ROMA - Un appello accorato al presidente del Consiglio Silvio Berlusconi affinchè il governo si schieri contro la norma che prevede la possibilità per le regioni di allungare la stagione venatoria. La richiesta è di Maurizio Costanzo, delle scrittrici Dacia Maraini e Susanna Tamaro, dell'attrice Daniela Poggi e della psicologa dell'età evolutiva Anna Oliverio De Ferraris, schierati a fianco della LIPU nella battaglia di questi giorni a Roma per la tutela degli uccelli migratori.

Al secondo giorno di presidio davanti a Montecitorio, che attende l'arrivo di centinaia di volontari da tutta Italia, i testimonial Lipu si rivolgono al premier per arginare il tentativo di deregulation venatoria contenuto nell'articolo 43, comma 2 b, della legge Comunitaria. Maurizio Costanzo ha pubblicato oggi un articolo sulla prima pagina del Messaggero: «Ci risiamo con lo sterminio legalizzato degli animali - scrive il giornalista - Ci risiamo ma non lo accettiamo. Gli sterminatori si devono rassegnare al fatto che a qualunque colpo di mano noi reagiremo con ogni mezzo e in ogni modo. A meno che - conclude - anche gli animali vengano armati e si combatta ad armi pari».

Anche per Dacia Maraini in un articolo sul Corriere della Sera si chiede: «Perché la maggioranza degli italiani, che è contraria alla caccia, non viene ascoltata?» Un messaggio forte arriva alla piazza di Montecitorio anche da Susanna Tamaro: «I membri della Camera non capiscono che con il modificarsi della società la caccia è destinata a diventare un fenomeno di nicchia». «Ma il mondo è cambiato - sostiene Tamaro - per la maggior parte delle persone la natura è un bene di cui fruire e da cui trarre sensazioni positive di gioia, serenità e bellezza. Una minoranza non può distruggere un bene della maggioranza. Non è questo anticostituzionale?». «Si tratta di ridurre drasticamente i tempi della caccia, non certo di prolungarli - aggiunge Anna Oliverio De Ferraris - Il nostro problema, oggi, è la salvaguardia della Natura, non certo la sua distruzione. E poi si crea un forte conflitto tra le leggi che si fanno e ciò che viene insegnato nelle scuole. Potenziare la caccia è in contraddizione con il rispetto, la cura e l'ammirazione per l'ambiente naturale che viene insegnato ai più giovani».

UE: PRONTI A NUOVI RICORSI - La Commissione europea «non esiterà» a lanciare nuove procedure d'infrazione contro l'Italia se la nuova legge sulla caccia dovesse contenere altre violazioni al diritto comunitario, oltre a quelle già presenti nel quadro attuale, che saranno presto oggetto di sentenza da parte della Corte europea di Giustizia. Lo ha affermato oggi a Bruxelles, rispondendo all'Apcom, il portavoce del commissario europeo all'Ambiente, Janez Potocnik.
La Commissione, ha detto il portavoce, Joe Hennon, «è al corrente del dibattito in corso nel Parlamento italiano per modificare l'attuale legislazione nazionale sulla caccia» e ricorda di «aver già lanciato diverse procedure d'infrazione contro l'Italia per violazioen della direttiva Ue sugli uccelli selvatici» ora codificata come direttiva Ce 2009/147.
In particolare, ha sottolineato Hennon, l'Esecutivo comunitario, «si attende una sentenza della Corte europea di giustizia che riguarda, fra l'altro, sia la legislazione nazionale che quella regionale sulla caccia agli uccelli protetti proprio dalla direttiva 2009/147».

«Qualunque modifica del quadro giuridico italiano sulla caccia che sarà adottato dal Parlamento in futuro, sarà valutato dalla Commissione nel contesto della vicenda legale in corso. Se fossero introdotte nuove violazioni del diritto comunitario - ha concluso il portavoce -, la Commissione non esiterà a lanciare nuove azioni legali contro l'Italia».
Il ricorso della Commissione contro l'Italia era stato presentato il 22 dicembre 2008, e seguito un anno dopo da un provvedimento d'urgenza ('ordinanza' del 10 dicembre 2009) del presidente della Corte, che aveva sospeso la legge regionale lombarda sull'attività venatoria. Ma nel procedimento sono messe in causa a vario titolo anche le leggi regionali sulla caccia di Abruzzo, Lazio, Toscana, Lombardia, Emilia Romagna, Marche, Calabria e Puglia). La sentenza è attesa prima dell'estate, essendo mediamente di 17 mesi il periodo che intercorre fra il ricorso per inadempimento e il verdetto finale della Corte.