Riforme, Calderoli presenta la «bozza» al Colle
Napolitano riceve un primo testo. Berlusconi: «Pronti a vedere opposizioni». Bersani al Cavaliere: «Ci vediamo in Parlamento»
ROMA - Poche pagine, ancora generiche, ma con i capitoli già definiti: semipresidenzialismo alla francese, Senato federale, riduzione dei parlamentari, nuovo meccanismo per l'elezione dei membri della Consulta. Il percorso delle riforme si è appena avviato, ma già oggi - a quanto riferiscono fonti della maggioranza - Roberto Calderoli ha potuto portare un primo documento all'attenzione del Presidente della Repubblica.
Le «linee guida» sono il frutto di un giro d'orizzonte chiesto da Silvio Berlusconi al ministro leghista un mesetto fa, in cui si valutano diverse ipotesi di riforma, ma che già indicano la direzione verso cui intende muoversi la maggioranza. Secondo quanto riferito da chi ha potuto vederle, la forma di governo dovrebbe virare verso il semipresidenzialismo alla francese, già «corretto» con la modifica recentemente apportata in Francia per evitare la coabitazione di un presidente e un premier di appartenenze politiche contrapposte: ovvero sia il Presidente che il premier restano in carica 5 anni, e il capo dell'Esecutivo è eletto un mese dopo le presidenziali; il bicameralismo perfetto scomparirebbe dal panorama istituzionale per lasciare il posto alla Camera che dà la fiducia al Governo e al Senato federale con altri compiti, portandosi assieme la riduzione del numero dei parlamentari. Per gli attuali senatori a vita, ci sarebbe invece il passaggio a «deputati a vita»: carica che però dovrebbe spettare solo ai Presidenti emeriti, che durante il loro mandato non avrebbero più il potere di nominare altri membri a vita del Parlamento.
SEMPIPRESIDENZIALISMO - Con il semipresidenzialismo cambierebbe anche il meccanismo di nomina dei membri della Corte Costituzionale: il «nuovo» Presidente, con i poteri rafforzati, perderebbe il potere di indicare un terzo dei componenti, che a quel punto sarebbero indicati - sempre per un terzo - dai Presidenti delle Camere. Gli altri due terzi resterebbero di competenza per metà del Parlamento in seduta comune, per l'altra metà delle supreme magistrature.
ROAD MAP - Ma per ora, precisano fonti di maggioranza, si tratta solo di un «giro d'orizzonte», senza indicazioni vincolanti. La «road map» stabilita ieri nella cena di Arcore si compone infatti di diversi passaggi. In primo luogo l'accordo nella maggioranza su un testo più dettagliato, attraverso il 'tavolo dei coordinatori dei partiti'. In seguito si avvierebbe il confronto con i gruppi parlamentari, compresi quelli di opposizione: un lavoro che il Governo e la maggioranza si dicono pronti a fare con la disponibilità anche a modifiche, secondo lo stesso metodo portato avanti da Calderoli per il federalismo fiscale. Solo a quel punto, il testo dovrebbe concretizzarsi in un disegno di legge del Governo.
BERLUSCONI: «PRONTO A VEDERE OPPOSIZIONI» - Silvio Berlusconi auspica e si dice «assolutamente disponibile» ad incontrare i leader delle opposizione per discutere delle riforme. Incontrando i giornalisti a palazzo Grazioli, il premier spiega: «è auspicabile un incontro con i leader dell'opposizione io sono assolutamente disponibile». Questo perchè «il nostro atteggiamento su tutte le riforme è di assoluta e totale apertura a chi volesse aggiungersi a noi con idee e suggerimenti affinché le riforme siano le migliori possibili nell'interesse del Paese».
VIOLANTE: «ASPETTIAMO IL TESTO» - «L'unico partito che ha presentato un testo sulle riforme istituzionali in Parlamento è il Pd, aspettiamo il testo della maggioranza, lo giudicheremo quando ci sarà, finora sono solo parole». Luciano Violante, responsabile Riforme del Pd, interpellato telefonicamente, commenta così gli ultimi passi fatti dal centrodestra sul tema delle riforme tra i quali oggi anche un incontro al Quirinale tra il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e il ministro Roberto Calderoli.
Violante sottolinea anche la mancanza di una linea chiara nel centrodestra: «L'importante è che prima si mettano d'accordo nel Pdl e poi con la Lega - dice - la nostra posizione è semplice - spiega - un presidente del Consiglio forte che riceva la fiducia dal Parlamento e che abbia maggiori poteri come è ormai necessario, se hanno altre tesi le presentino in Parlamento e lì vedremo».
L'ex presidente della Camera rilancia poi la proposta di fare subito alcune riforme su cui esiste già un ampio consenso tra gli schieramenti: «Ci sono due cose su cui siamo tutti d'accordo: ridurre il numero dei parlamentari e fare il Senato federale, tanto più in presenza del federalismo fiscale, rivedere l'articolo 117; queste cose facciamole subito anche per mostrare al Paese che c'è una reale volontà di fare le riforme piuttosto che passare il tempo a rimpallare dichiarazioni e interviste». Violante giudica «positivo» il colloquio di oggi tra Calderoli e Napolitano perchè «vuol dire che si muove qualcosa. L'importante è che si passi dalle dichiarazioni di intenti ai testi in Parlamento. Il nostro testo c'è e ovviamente è migliorabile, i rallentamenti sono dovuti al centrodestra non al centrosinistra».