9 maggio 2024
Aggiornato 02:30
Il premier dopo la scossa data al Pdl sul caso Verdini

Berlusconi avverte: basta giochi di potere interni al Pdl

«Nessun problema sulle norme anticorruzione». Sull'opposizione: «Sono dei disperati, attaccano i servitori dello Stato»

ROMA - Nessun problema in Consiglio dei ministri sulle norme anti corruzione. Nessuna preoccupazione per la piega che stanno prendendo le inchieste sul G8. Nessuna intenzione di cambiare i vertici del Pdl ma guai a chi ingaggia guerre di potere interne. Silvio Berlusconi smentisce le voci sulla sua insoddisfazione rispetto al partito ma nel primo pomeriggio lancia un avvertimento che non lascia adito a dubbi.

Si affida a una nota ufficiale il premier e torna sull'inchiesta sui Grandi appalti. Il coordinatore del Pdl Denis Verdini è vittima di «giochi di potere personali», scrive il Cavaliere, per cercare di «indebolire chi si è speso e si spende giorno per giorno per costruire la struttura del Popolo della Libertà, lavoro storico e difficile, difendendolo con determinazione dagli attacchi esterni e, magari, interni». Insomma, ragiona Berlusconi, «per cercare di colpire un galantuomo come l'onorevole Verdini si rischia di incidere negativamente su un risultato elettorale che si annuncia in ogni caso come ampiamente positivo. Confermo quindi a Denis Verdini la mia amicizia e la mia piena fiducia».

Parole chiare che fanno il paio con quelle pronunciate in mattinata, prima di lasciare Roma per Arcore. Sui giornali, dice il presidente del Consiglio, c'è solo «disinformazione pura», nessun intenzione di cambiare i vertici del partito anche se «si cerca sempre di migliorare», «non c'è assolutamente niente che possa far pensare a qualcosa di traumatico, perchè non esiste nessuna necessità di farlo».

Rassicurazioni sul Pdl ma anche sul governo che è compatto. Il rinvio del ddl anticorruzione? «Siamo stati tutti insieme concordi - racconta Berlusconi - di farlo più articolato: la prossima settimana penso che sarà pronto. Sono stato io a volerlo, io a proporlo e io poi, a seguito della discussione approfondita che si è svolta in Consiglio, a ritenere che poteva essere migliorato». Quanto al provvedimento, in commissione al Senato, che prevede un giro di vite sulle intercettazioni si deve «andare avanti». Pronta la risposta del Pd: «Se l'intenzione del governo è accelerare il ddl che limita le intercettazioni - dice Andrea Orlando -, per il Pd è impossibile arrivare ad una convergenza sulle norme contro la corruzione».