Caccia: in 5 mesi 30 morti e 87 feriti
Colpiti anche giardinieri, donne, operai, ciclisti e fungaioli. Di questi 7 colpiti nelle immediate pertinenze di casa
ROMA - E' di 30 morti e 87 feriti il bilancio definitivo della stagione venatoria 2009/2010: un bilancio non di un anno, ma di solo 5 mesi. I dati ufficiali sono stati resi noti dall'associazione vittime della caccia: un bollettino rosso di sangue non solo degli animali uccisi ma anche degli uomini. Dal 2 settembre 2009 al 31 gennaio 2010 sono stati registrati 30 morti e 87 feriti per armi da caccia: gli incidenti verificatesi strettamente in ambito venatorio hanno un bilancio di 23 morti e 72 feriti.
«Se chi esce armato mette in conto il rischio che il fucile possa provocare vittime, o essere a sua volta vittima dei suoi compagni di caccia - spiega la senatrice Radicale Donatella Poretti - lo stesso non si può dire per chi si affaccia al balcone di casa sua o fa il giardiniere». Tra le vittime della gente comune infatti, in tutto un morto e 18 feriti, si registrano 5 donne ferite tra cui alcune con il volto devastato, 2 guardie venatorie, 2 fungaioli, 2 operai, 1 giardiniere, 1 ciclista, 1 passeggiatore. Di questi 7 colpiti nelle immediate pertinenze di casa, riportando l'attenzione «sull'assurda norma che prevede come per i soli cacciatori non esista la proprietà privata in base all'articolo 842 del codice civile, già oggetto di referendum dei radicali per chiederne l'abrogazione, di raccolta firme di cittadini e tradotte in proposte di legge».
Dopo che il Senato la scorsa settimana «è riuscito ad inserire nella legge Comunitaria l'ampliamento della stagione venatoria, speriamo - conclude Poretti - che i numeri forniti oggi siano utili alla Camera dei Deputati per sopprimere la norma che paradossalmente potrebbe perfino costarci infrazioni a livello di Unione Europea».