25 aprile 2024
Aggiornato 12:00
I giudici: «Non hanno educato ai sentimenti»

Stuprano una ragazzina, condannati i genitori

Pagheranno 450 mila euro. Il «branco» aveva violentato per mesi una dodicenne

MILANO - Ragazzini violentatori, condannati i genitori. E' la sentenza del Tribunale civile di Milano chiamato a esprimersi sulla vicenda di una 12enne che ha subito più volte degli abusi tra il 2001 e il 2003 da parte di ragazzini poco più grandi di lei. Come riporta il Corriere della Sera, i genitori dovranno versare un risarcimento di quasi 450mila euro perché è «mancata l'educazione ai sentimenti».

In sede penale, due dei ragazzini stupratori hanno superato la messa alla prova che estingue il processo, ricostruisce il quotidiano, mentre gli altri tre sono condannati a pene sospese fra i 2 e i 3 anni.

In sede civile, il giudice della X sezione civile Bianca La Monica ha puntato l'attenzione sul contesto familiare in cui sono cresciuti i giovani del 'branco', un contesto di famiglie «assolutamente normali», residenti nel centro di Milano.

L'educazione, scrive il giudice, non è fatta solo della «fondamentale indicazione al rispetto delle regole» ma anche di «quelle indicazioni che forniscono ai figli gli strumenti indispensabili da utilizzare nelle relazioni, anche si sentimenti e di sesso, con l'altra e con l'altro». Di questa educazione, «che consente di entrare in relazione non solo corporea con l'altro, non vi è traccia nel comportamento dei minori».

Un'educazione essenziale tanto più oggi che i ragazzi crescono nel mondo dell'immagine e del corpo «mercificato», secondo il magistrato. La sentenza sottolinea che gli argomenti portati a difesa dai genitori (rispetto dell'orario di rientro, risultati scolastici, valori cristiani) sono «circostanze generiche», mentre i ripetuti abusi dimostrano che «non è stata dedicata cura particolare, tanto più doverosa in presenza di opposti segnali provenienti da una diffusa cultura di mercificazione dei corpi, a verificare che il processo di crescita avvenisse nel segno del rispetto del corpo dell'altro/a».