31 luglio 2025
Aggiornato 13:30
Via libera dalla Camera al «Legittimo impedimento»

Alfano: non è un privilegio ma un diritto

Pdl: «Primo tassello dell'edificio». Pd: «Il Premier non si fa processare». UdC si astiene: «è il male minore»

ROMA - In soli due giorni la maggioranza incassa il sì della Camera al legittimo impedimento, la legge che, una volta approvata dal Senato, permetterà a premier e ministri di evitare i processi penali che li vedono imputati (non quelli in cui sono parte offesa) per 18 mesi, nei quali Pdl e Lega contano di approvare un Lodo Alfano bis con legge costituzionale: presenti in forze, come raramente accade, nell'Aula di Montecitorio, Pdl e Lega hanno resistito anche alla prova del voto segreto, l'Udc di Pier Ferdinando Casini si è astenuta su un testo che ha definito «il male minore», mentre Idv e Pd hanno puntato il dito contro Silvio Berlusconi che «non vuole farsi giudicare».

Alfano: «Un diritto» - Per il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, «il legittimo impedimento altro non è che il diritto a governare da parte di chi ha vinto le elezioni partendo non da un privilegio ma da un legittimo diritto a sottoporsi al processo senza che questo gli impedisca di governare». E il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto, fa sapere che si tratta solo del «primo tassello di un edificio da ricostruire, quello dello Stato di diritto e della corretta divisione dei poteri».

PD: «si faccia giudicare» - Berlusconi, è l'accusa di Bersani, «non vuole farsi giudicare e tiene ferma su questo punto l'Italia. Il paese è incagliato, sospinto a confronto aspro, estenuante, tra governo e magistratura». Un confronto «che viene fatto tracimare in una folle guerra tra politica e giustizia fino a intaccare i pilastri del nostro sistema costituzionale».

Dure le dichiarazioni di Antonio Di Pietro: «Solo in un paese barbaro e immorale si può immaginare un premier che si fa le leggi per non farsi processare. È il peggior presidente del consiglio della storia repubblica».