12 ottobre 2025
Aggiornato 14:30
Legge comunitaria sulla caccia

Ambientalisti in rivolta contro le «doppiette facili»

In Senato l'emendamento del centrodestra che estende il periodo venatorio

ROMA - Associazioni animaliste in rivolta contro l'emendamento presentato dal centrodestra e che si discuterà oggi in aula in Senato, che chiede l'approvazione dell'articolo 38 della legge comunitaria sulla caccia. L'articolo 38, tra le altre cose, prevede la cancellazione degli attuali limiti massimi della stagione venatoria e quindi, denunciano oltre 100 associazioni animaliste di tutta Italia, permetterà, se approvato, l'estensione della caccia anche oltre i 5 mesi attuali, «con l'ennesima strage di animali selvatici, di uccelli migratori, di cuccioli ancora alle dipendenze dei genitori, ma anche la presa in giro dei cittadini italiani che dovranno tollerare la presenza e i fucili dei cacciatori nei propri terreni per un periodo ancor più lungo di quanto non lo sia già oggi».

Il tutto in presenza di un contenzioso con la Ue proprio per violazioni alle direttive europee in materia venatoria. Per questo dagli animalisti, ma anche da associazioni civiche, culturali, sociali, di cittadini, di consumatori ed escursionisti sparsi per lo Stivale, arriva un appello al presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, affinchè l'articolo 38 venda «cancellato».

Le associazioni notano quindi un 'paradosso', cioè che l'approvazione di questo articolo nei fatti si accompagna «a una durissima procedura di infrazione europea circa presunte violazioni alle direttive in materia venatoria, procedura che contesta all'Italia di concedere troppe deroghe e di non prevedere il divieto assoluto di caccia nei periodi di dipendenza e migrazione degli uccelli. In sostanza, ci contesta di cacciare troppo e male». A questi rilievi l'Italia, approvando oggi l'articolo 38 della legge comunitaria, risponderebbe «aumentando la caccia, concedere più deroghe e una più lunga stagione venatoria».

«Le chiediamo, signor presidente - spiegano le associazioni - di intervenire in prima persona sul suo Governo e in particolare sul Ministro Ronchi, chiedendo la cancellazione dell'articolo 38».