Delbono: ho la coscienza a posto
Il Sindaco di Bologna: «la mia leggerezza è di non aver diviso di più il lavoro dal privato»
BOLOGNA - «Ho la coscienza a posto», semmai «l'unica leggerezza è stata quella di non tenere divise le due cose» il lavoro - come assessore e vicepresidente della Regione Emilia-Romagna - e la vita privata e quindi la relazione amorosa con Cinzia Cracchi, sua segretaria personale. Sono i primi commenti di Flavio Delbono, che nel pomeriggio ha formalizzato davanti al Consiglio comunale, le dimissioni da sindaco di Bologna: «L'ho fatto per il bene della città».
Cosa non rifarebbe nella sua carriera politica? gli chiedono a più riprese i cronisti. «Come ho già detto - spiega Delbono in conferenza stampa - la leggerezza di avvicinare la vita personale e quella pubblica». L'ex sindaco, infatti, indagato dalla Magistratura per peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata, ha coinvolto la sua compagna per sette anni Cinzia Cracchi (nominata poi sua segretaria personale) in diverse trasferte. Ora la procura sta tentando di ricostruire tutti i passaggi di quegli anni, i rimborsi spese e i compensi percepiti. L'inchiesta è stata aperta dopo le accuse di Alfredo Cazzola, candidato alle scorse elezioni per il Pdl, che avrebbe raccolto informazioni dalla stessa Cracchi.
«Sono stato in missione con la mia segretaria e in altre occasioni con altri collaboratori - continua Delbono -... come si comportano gli altri assessori regionali lo dovete chiedere a loro. Io avevo la coscienza a posto, per questo non ho mai avuto alcun dubbio di andare a verificare» se sul conto corrente fossero arrivati compensi non dovuti. L'ex sindaco si dice amareggiato per come sono state raccontate sue vicende private sui giornali. «In alcuni casi non capivo neanche di che cosa si parlava. Hanno scritto di una foresteria della Regione da me usata, ma non c'è nessuna traccia... Così come hanno detto che la mia campagna elettorale è stata finanziata dalla Mantovani (Nicoletta, assessore alla Cultura, vedova del tenore Luciano Pavarotti, ndr)». Così come non nasconde la delusione per aver dovuto interrompere la sua esperienza da amministratore. «E' evidente - racconta - che non mi sono candidato a sindaco per dimettermi dopo sei mesi, non è che tutte le decisioni le riesci a prevedere». Le dimissioni non sono state mai prese in considerazione prima di ieri.
«Finché non è stato necessario», cioè finché la vicenda si limitava ai gossip tra un politico e la sua compagna-segretaria, Delbono ha valutato di continuare nella sua missione. «Ho preferito rispettare gli atti formali dei magistrati, non quello che scrivevano i giornali». Comunque le dimissioni «in questo momento sono per il bene della città. Bologna viene prima di tutto». «Come mi sento personalmente in questo momento? Meglio lasciarlo al privato».