18 aprile 2024
Aggiornato 21:00
Politica & Giustizia

Fini: no a norme che condizionino l'indipendenza delle toghe

Garantire l'autonomia dei magistrati ma no a una «democrazia giudiziaria»

ROMA - Bisogna «porre un argine alle tentazioni della politica di condizionare l'indipendenza della magistratura con norme che mirino alla sua sottoposizione politica», e al temo stesso i magistrati devono «valorizzare il principio di responsabilità che consiste nell'adempiere ai doveri di ufficio con imparzialità e rigore deontologico».

E' quanto sottolinea il Presidente della Camera Gianfranco Fini, nel suo intervento alla presentazione del volume di Luciano Violante Magistrati a Montecitorio.

Fini ha invitato a «interrogarsi sull'esigenza di garantire in modo stabile un funzionale equilibrio democratico tra i poteri. In questa costante ed essenziale ricerca va mantenuto il valore irrinunciabile dell'indipendenza della magistratura, sia giudicante che requirente, ma va anche evitato l'avvento di una 'democrazia giudiziaria'».

Dunque «la sfida che abbiamo di fronte» riguarda da un lato il terreno «delle riforme da fare in modo equilibrato e condiviso», e dall'altro «il terreno culturale, perché la ricerca di un nuovo equilibrio democratico tra i poteri dello Stato passa, in larga misura, attraverso un profondo cambiamento che deve riguardare sia la sfera della magistratura che quella della politica. Solo così - ha concluso sul punto Fini - potremo dire di aver fatto un passo avanti in direzione di quella 'normalizzazione' istituzionale di cui il Paese ha certamente un grande bisogno».