9 dicembre 2024
Aggiornato 18:30
Politica. Emilia Romagna

Per il sindaco di Bologna Delbono è il giorno delle «decisioni»

Alle 15 riferisce in Consiglio comunale sulle possibili dimissioni

BOLOGNA - Sabato è stato il «giorno più lungo», cominciato con cinque ore di interrogatorio davanti al pm e concluso con un messaggio televisivo «di distensione» ai cittadini. Domenica è stato il giorno del «ritiro» e «della riflessione». Oggi sarà il giorno del «chiarimento» in Consiglio comunale e, probabilmente, il giorno delle dimissioni. Queste le ultime ore del sindaco di Bologna, Flavio Delbono, a sei mesi dall'elezione per la successione a Sergio Cofferati. Tutto è iniziato con una provocazione negli ultimi giorni di campagna elettorale, da parte del suo avversario Alfredo Cazzola, candidato del Pdl, che lo avvertiva di essere stato informato da Cinzia Cracchi (ex compagna ed ex segretaria personale di Delbono, quando ricopriva la carica di vicepresidente e assessore al bilancio della Regione Emilia-Romagna) di possibili «abusi» nei confronti della pubblica amministrazione.

In sostanza, l'ex fidanzata, delusa per essere stata scaricata e quindi spostata ad un ruolo minore al Cup di Bologna, avrebbe spifferato di viaggi di piacere a spese della Regione, di auto blu usate per motivi personali e dell'esistenza di un bancomat di un amico-dell'amico di Delbono attraverso il quale potevano essere prelevati mille euro al mese. Parte la verifica dei magistrati. Poi la vittoria elettorale e quindi il «silenzio» sulla vicenda. Fino alla fine di dicembre, quando il Tribunale felsineo apre una vera e propria inchiesta sul sindaco e la ex compagna: Delbono viene indagato per peculato, abuso di ufficio e truffa aggravata.

Il primo cittadino, accusato dall'opposizione a mezzo stampa, si è sempre detto disponibile a chiarire con la magistratura. L'occasione si è presentata sabato scorso, durante l'interrogatorio fiume davanti al pm Morena Plazzi alla presenza del suo legale Paolo Trombetti. Delbono, all'uscita dalla Procura, si è detto «sereno» e, davanti alle telecamere di una tv locale ha aggiunto: «Non mi dimetto neanche se mi rinviano a giudizio, l'idea non mi sfiora neanche nel cervello».

La dichiarazione - troppo sbrigativa - non è piaciuta ai compagni di partito che, tra comunicati stampa e dichiarazioni, lo hanno criticato invocando al più presto un chiarimento. Oggi pomeriggio ci sarà un'altra occasione per spiegare i motivi di una sua «resistenza» sullo scranno più alto del Comune di Bologna o di sue dimissioni. Lo farà prima in Consiglio comunale, convocato come ogni lunedì alle 15; poi in conferenza stampa.

Intanto il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, alle 14 sempre a Bologna, nella sede del partito, ha convocato una conferenza stampa.